Tra una passeggiata sugli scogli ed un tuffo nel blu

Questo scritto nasce con l’intento di approfondire e ampliare alcuni argomenti trattati in precedenza.
Chi legge per la prima volta un articolo della rubrica Bio&Eco Marina di Paolo Balistreri deve sapere che tutto è improntato come un viaggio virtuale che dagli scogli ci porta ad immergerci nel blu alla scoperta della biodiversità.
Il Mar Mediterraneo è uno dei 34 hot spot della biodiversità, ciò significa che uno dei 34 punti caldi in cui vive la maggior parte della biodiversità del pianeta.
Tra gli scogli è possibile incontrare di tutto, soprattutto l’immondizia che con le mareggiate può finire sulla costa.
Lascio a voi ogni commento dopo la lettura di questa illustrazione (Fig.1)

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Fig.1 Tempi di decomposizione in mare di diversi tipi di rifiuti.

Vi invito inoltre ad un’ultima riflessione con questo video Clicca qui

Quasi in prossimità del mare ci ritroviamo ed evitare di bagnarci per una grande onda che si infrange sulla scogliera, ma diventa quasi inevitabile non notare che in quel momento una buona parte dell’acqua saltata per aria è rimasta ristagnata in una pozza che brulica di vita: la pozza di marea. Per approfondire l’argomento vi invito alla lettura dell’articolo “Un mondo in poche gocce”. Clicca qui

Spero che in questa passeggiata vi siate muniti di un abbigliamento adeguato, possibilmente, spero che non siate a piedi nudi, poiché i granchi non sono gli unici che possono pizzicarvi. Sto parlando del Chthamalus stellatus (Poli,1791), detto comunemente “dente di cane”. Tutti sono abituati a riconoscere come crostacei i gamberi ed i granchi, ma in realtà conoscono già il dente di cane che è un crostaceo che colonizza le superfici dure. Altro crostaceo non riconosciuto molto spesso come tale è il Lepas anatifera (Linneo, 1758). Il Lepas anatifera è un crostaceo munito di peduncolo che si fissa sui corpi galleggianti che potete trovare anche alla deriva. Si nutre di placton (complesso di organismi galleggianti nelle acque, incapaci di vincere con movimenti propri i moti del mare e che pertanto, vengono trasportati passivamente da questi) attraverso i cirri. Il dente di cane è anch’esso un “cirripede”, quindi presenta dei cirri, ma come potete notare, non presenta un peduncolo, ma una conchiglia protettiva (Fig.2).

Fig.2. Lepas anatifera (sx) e Placton (dx)

Tra gli organismi “duri come una roccia” non incontriamo solo il dente di cane, ma anche il Dentropoma petraeum (Monterosato, 1892) che in associazione con alcune alghe rosse incrostanti, come Neogoniolithon brassica – florida (Harvey) Setchell & Mason, danno vita al trottoir a vermiti. Nella formazione è presente anche il Vermetus triquetrus (Bivona Ant., 1832) che occupa le porzioni perennemente immersa della struttura. Clicca qui

Altre strutture interessanti presenti nel Mediterraneo ad esempio sono (Fig.3):
– Cornice a Lithophyllum byssoides (Lamarck) Foslie 1900. Il L.byssoides è un alga rossa calcarea che possiamo trovare anche nei trottoir a vermeti. Questo si trova solitamente sopra il livello medio del mare, nella zona in cui si frangono le onde. La cornice è molto presente nel Mediterraneo occidentale. Questa bio-costruzione raggiunge un grande sviluppo sia in larghezza che in spessore.
– Banchi a Ficopomatus enigmaticus (Fauvel, 1923), Questi organismi sono dei policheti che costruiscono una biocostruzione formata da ammassi di tubi calcarei edificati da loro stessi.
– Banchi a Sabellaria alveolata (Linneo, 1767). Questi policheti possiedono la capacità di cementare la sabbia. La biocostruzione ricorda un alveare.

Fig.3 Cornice a Lithophyllum byssoides, Banchi a Ficopomatus enigmaticus e Banchi a Sabellaria alveolata.

Molti organismi marini, vegetali e animali, sono da considerare biocostruttori, grazie alla loro capacità di accumulare e aggregare gli scheletri calcarei. Il risultato è una struttura permanente (biocostruzione) che cresce su diversi tipi di fondo, che può assumere forme diverse ed essere ricca di organismi fossili estinti da milioni di anni. Le biocostruzioni, aumentando il loro volume e complessità, caratterizzano il paesaggio subacqueo.

Sul trottoir, dove ci troviamo in questo momento, abbiamo detto di poter incontrare diverse forme di vita, tra cui i granchi che se la danno a “zampe levate”. Tra questi granchi vi sono il Favollo (Eriphia verrucosa – Forskal,1775) ed il Granchio Corridore Mediterraneo (Pachygrapsus marmoratus – Fabricius, 1787). Quest’ultimo è nettamente differente dell’altro granchio corridore alloctono, detto anche Corridore Atlantico (Percnon gibbesi – H.Milne Edwards, 1853)(Fig.4).

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Fig.4 Granchio corridore Atlantico.

Il Corridore Atlantico è una specie aliena. Per definizione, si intende per specie aliena un taxon introdotto in un’area esterna al suo areale di distribuzione (presente o passato), dove si insedia creando popolazioni stabili. il Mar Mediterraneo è stato definito di recente un “mare sotto assedio” a seguito dell’elevato numero di segnalazioni di specie aliene di origine prevalentemente tropicale in continuo aumento. Secondo Carlton una specie “introdotta” è un taxon introdotto dall’uomo (volontariamente o involontariamente) in un’area in cui non era presente antecedentemente. Tra i vettori di introduzione l’acquacoltura, il fouling e il Canale di Suez sono certamente quelli maggiormente responsabili dell’introduzione di specie aliene.

L’introduzione e la conseguente stabilizzazione di specie aliene in ecosistemi marini può determinare:
• La sostituzione delle specie indigene;
• La diminuzione della biodiversità (la diversità di specie);
• Danni strutturali e funzionali all’ecosistema in cui si insediano;
• Perdita dell’integrità genetica dovuta ai fenomeni di ibridazione.

La cronistoria continua con “Un tuffo nel blu”.
Vi invito inoltre alla lettura di “Passeggiando tra gli scogli” prima di proseguire con il nostro racconto.

Paolo Balistreri.

Fonti fotografiche e illustrative
www.arpat.it
www.conservation-jobs.co.uk
www.dipbot.unict.it
www.planktonchronicles.org
www.wildabouttheworld.com
www.wfduk.org

Fonti bibliografiche
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Carlton J.T., 1987. Mechanisms and pattern of transoceanic marine biological invasion in the Pacific Ocean. Bull. Mar. Sci. 41:452-465.

Chemello R., Dieli T. & Antonioli F., 2000. Il ruolo dei “reef” a Molluschi vermetidi nella valutazione della biodiversità.“Mare e cambiamenti globali”. Quaderni ICRAM, Roma: 105-118.4
Cognetti, G., Sarà, M & G,Magazzù. Biologia Marina .Calderini, prima edizione.
Galil B.S., 2000. A sea under siege – alien species in the Mediterranean. Biological Invasions, 2: 177-186.

Laborel J., 1987.Marine biogenic constructions in the Mediterranean. A review. Sci Rep. Port Cros. National Park, France,13: 97-126.

Mojetta,A e Ghisotti,A., 1997. Flora e Fauna del Mediterraneo, Mondadori.
Relini.G., 2009. Biocostruzioni marini – Elementi di architettura naturale. Quaderni Habitat 22:7-12.

Riedl,R., 1991Fauna e Flora del Mediterraneo, Muzzio.

Sitografia
www.abcterra.org
www.aiam.info
www.youtube.com

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