L’estinzione dei pesci è in agguato

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I pesci, tra i più noti organismi acquatici che popolano gli oceani e i mari del nostro pianeta, rischiano l’estinzione. Fra le varie cause di questo evento che ormai sembra prossimo c’è ne è una che dovrebbe farci riflettere: infatti la pressione ittica legata alla pesca commerciale rischia di colpire duramente ed in modo irreversibile la riproduzione dei pesci, che quindi non riescono a mantenere costante la popolazione delle loro comunità. La società del consumismo ha lasciato il segno ancora una volta con i suoi modelli di comportamento ispirati all’incontrollato sfruttamento delle risorse naturali. Che cosa succederebbe se alcune specie ittiche dovessero scomparire? Considerando che negli ecosistemi marini il riciclo dei nutrienti acquatici è direttamente influenzato dai pesci, un gruppo di scienziati americani ha indagato sull’impatto dell’estinzione di questa specie sui processi che interessano il riutilizzo delle sostanze nutritive all’interno delle reti trofiche. I risultati della loro ricerca hanno messo in evidenza l’estrema complessità dello scenario che si delineerebbe con l’estinzione ittica delle specie più importanti. Inoltre si è appurato che anche un’ aumento non controllato di pesci porterebbe ad effetti disastrosi, per questo motivo appare chiaro come sia di vitale importanza mantenere gli equilibri della popolazione ittica.

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I pesci infatti giocano un ruolo fondamentale nel riciclo di nutrienti come il fosforo e l’azoto poiché ne immagazzinano una grande parte nei loro tessuti, li trasportano lontano in altri ambienti acquatici, mettendoli a disposizione di altre specie animali e vegetali, poi attraverso il loro apparato escretore li rilasciano in mare in forma disciolta in modo da essere prontamente usati dai produttori primari della catena alimentare. L’attività dei pesci nell’ambito della produttività acquatica, del riciclo dei nutrienti e della struttura trofica degli oceani è ben documentata e le conseguenze della loro futura estinzione devono essere attentamente prese in considerazione. In un modello di simulazione gli scienziati hanno previsto che se la maggior parte delle specie ittiche venisse a mancare quelle rimaste dovrebbero incrementare la loro attività per rendere efficace il completo riciclo dei nutrienti, ma molto probabilmente ci riuscirebbero solo per l’80%. Per quanto riguarda la sconsiderata pressione ittica dei pescatori, essa danneggerebbe la catena di riutilizzo del fosforo e dell’azoto con ripercussioni gravi a livello della stessa produttività primaria. Si auspica che siano identificate e tutelate le specie di pesci a rischio di estinzione per evitare che si inneschi un pericoloso meccanismo a catena che possa mettere a rischio per l’ennesima volta i delicati equilibri del nostro pianeta.

Fonti articolo:

ec.europa.eu/environment/integration/…/pdf/73na2_en.pdf

 www.jakevzlab.net/…/2007_globalecologybiogeo_oldenetal.pd