Il tesoro nascosto dell’Atlantico

deep sea canyon

Lontano dalla linea di costa e dalle spiagge troppo affollate esiste un mondo sommerso che cela tesori naturali inaspettati e sorprendenti. A circa 80 miglia dalla costa della Virginia e lungo la linea di confine che separa gli Stati Uniti dal Canada sono localizzati molti canyon sottomarini che tagliano la piattaforma continentale e scendono a profondità, che sono maggiori di quelle del Gran Canyon. In prossimità del limite settentrionale dei canyon si innalzano dal fondale oceanico quattro monti sottomarini ed i ricercatori hanno da sempre sostenuto che proprio in queste zone possa ritrovarsi una ricchezza in specie davvero incredibile. Nei decenni passati i limiti della tecnologia hanno impedito di realizzare dei progetti per l’accurata esplorazione di queste aree nascoste, ma con le ultime innovazioni in questo fiorente campo la situazione è decisamente cambiata. Il primo passo degli scienziati è stato quello di mappare i canyon sottomarini presenti nell’Atlantico per individuarne con maggiore precisione la posizione e soprattutto per determinarne l’estensione. Partendo da questi dati essenziali poi la ricerca ha prodotto dei gratificanti risultati che hanno permesso di scoprire nuove specie rare, di comprendere meglio le relazioni ecologiche e la diversità dei microambienti. Le spedizioni svolte nel 2013 e nel 2014 per lo studio dei canyon e dei monti sottomarini atlantici hanno previsto l’impiego della tecnica esplorativa di “telepresence” in base alla quale si visualizzano le informazioni da un veicolo che opera da remoto ed è collegato ad internet tramite un collegamento presente a bordo. Questo tipo di tecnologia permette a centinaia di scienziati di collegarsi da ogni parte del mondo per assistere in diretta agli esperimenti di osservazione e svolgere una conferenza per commentare l’esperienza. In questo modo sono state individuate nuove specie di coralli come quelli bambù, nudibranchi e sono stati scoperti i “getti freddi di metano” che rilasciano questo gas dai fondali marini e provvedono a costituire l’habitat ideale per lo sviluppo di specie chemiosintetiche come microrganismi in grado di procurarsi autonomamente il cibo, vermi acquatici, gamberi, gasteropodi provvisti di conchiglia, molluschi.

sea pen

Le forme aggraziate dei coralli di fondale stupiscono proprio perché sono cresciute in un ambiente che prima veniva considerato poco ospitale. Hanno colori intensi e vivaci come quelli della specie Paragorgia arborea con i suoi lunghi rami bulbosi dal colore rosato. Durante le ricerche svolte sono state rilevate delle correnti che percorrono le pareti dei canyon e la parte superiore dei monti sottomarini e che apportano nutrienti utili per la crescita al substrato sessile, che è formato da spugne, anemoni e coralli. Esiste una specie di corallo “soffice” definito “sea pen” che ha abitudini solitarie e si ancora al substrato con una sorta di “piede”. I coralli di questi fondali profondi ovviamente formano delle comunità che ospitano altri organismi unici e fra di loro possiamo ricordare ad esempio: il polpo “dumbo”, il calamaro con la frusta, l’aragosta “rannicchiata” … La diversità di specie presente nei canyon e le loro particolari condizioni ambientali li rendono luoghi unici per il mantenimento di una comunità di organismi che ha sviluppato una complessa rete trofica, che permette allo stesso ecosistema dei canyon di sopravvivere.

Chiara Scamardella

Fonte articolo:
https://www.nrdc.org/sites/…/atlantic-deep-sea-treasures-IB.pdf