Tre esemplari di Caretta caretta liberati nelle acque di Barletta!

Il 19/09/2013 sono state rilasciate dal C.R.A.S. di Molfetta tre tartarughe della specie Caretta caretta a largo delle acque di Barletta (BT). La Caretta caretta è una delle tre specie che possiamo trovare nelle acque italiane assieme alla Chelonia mydas e alla Dermochelys coriacea. Le cause del declino di queste specie come sempre sono imputabili all’uomo e in particolare all’uso di alcune pratiche di pesca come il palangaro e la pesca con le reti a strascico ma anche all’inquinamento. L’uso del palangaro (specialmente quello di profondità) fa annegare le tartarughe che hanno bisogno di respirare e che purtroppo abboccano ai numerosi  ami presenti. Anche se poi l’animale dovesse riuscire a rompere la lenza, il più delle volte ingoia amo e filo e quest’ultimo aggrovigliandosi agli organi interni causa letali necrosi. Il problema è così diffuso che difficilmente un esemplare di trent’anni non ha almeno  un amo all’interno del proprio corpo. La pesca a strascico in Adriatico è la maggior responsabile delle catture accidentali di questo rettile e dato che ogni calata si protrae per circa mezz’ora spesso quando le reti vengono issate a bordo per questi animali è già troppo tardi. Non meno problematico è l’inquinamento, i veterinari trovano negli stomaci rifiuti di varia natura che possono provocare infezioni e indebolirli. Un fenomeno più recente è poi quello dell’impatto con i natanti che nel migliore dei casi provoca traumi spesso invalidanti (amputazione delle natatoie, della ranfoteca o di parti del carapace). Occorrono misure decise se si vuole almeno contenere il declino di queste specie e non solo; bisogna capire che gli enormi danni alle biocenosi causati dalla pesca a strascico non possono più esser tollerati così come non possono esser tollerati i chilometrici palangari, altrimenti di questi splendidi animali non ci rimarrà altro che qualche polverosa foto.

Testo e Foto di: Enrico Ricchitelli.

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