I serpenti italiani

Il serpente è un rettile particolarmente temuto dall’uomo, molte culture lo ritengono viscido e pericoloso, altre lo vedono come un animale sacro e da rispettare. In particolare in Europa, dove anche la religione cristiana lo disegna come il simbolo del diavolo e del male, vengono ingiustamente perseguitati. E’ risaputo che la paura deriva per lo più dalla scarsa conoscenza. Quindi andiamo a conoscere le specie che vivono in Italia, non prima però di qualche informazione generica su questi animali.

I serpenti sono tra gli animali più evoluti del pianeta, con oltre 3000 specie diffuse in tutto il mondo, ad eccezione dell’artico, dove non potrebbero vivere perchè sono animali a sangue freddo che necessitano di temperature relativamente calde per rimanere attivi. Esclusivamente carnivori, hanno sviluppato diverse strategie di caccia: alcune specie soffocano la preda tra le spire, altri sono dotati di zanne velenifere con cui colpiscono. Inoltre i serpenti non sono animali socievoli, e per lo più passano l’intera vita da soli; unica eccezione sono il corteggiamento e l’accoppiamento, che vengono svolti tramite azioni soprattutto istintive e non comunicative. Le femmine sono generalmente ovipare, ma altre specie come i Viperidi sono ovovivipare. I piccoli alla nascita sono già completamente indipendenti, e la madre li abbandona subito dopo aver deposto le uova o partorito. Durante la loro crescita, i serpenti cambiano completamente la loro pelle. Questo accade perchè il loro corpo continua ad espandersi per tutta la vita, e nel giro di qualche tempo (più breve nei giovani), diventa troppo stretta e quindi viene sostituita. Quando ciò accade la nuova pelle si è già formata sotto quella vecchia: Quest’ultima viene sfilata via come un calzino dal serpente che si aiuta sfregandosi sul suolo e sulle rocce.

In Italia sono presenti 17 specie di serpenti: 13 innocui Colubridi, e solo 4 Viperidi, quest’ultimi sono quindi potenzialmente pericolosi per l’uomo perché dotati di ghiandole velenifere. Ma sarebbe bene evidenziare il “potenzialmente”, perché questi animali sono molto timidi e schivi, e finché non vengono molestati in modo diretto (ad esempio toccandoli), farsi mordere è praticamente una impresa. Adottando alcune piccole precauzioni, come non frugare con le mani tra la vegetazione dove la visibilità è scarsa e indossare scarponi alti e robusti, i rischi sono quasi inesistenti. Tenendo anche conto che il veleno dei nostri Viperidi non è particolarmente potente (una persona adulta in buona salute ha rischi molto minimi di morire), è comunque importante non sottovalutare un’eventuale morso, e recarsi al più vicino ospedale senza perdere tempo nel tentare rimedi “fai da te” che possono solo aggravare la situazione.

La Vipera comune (Vipera aspis) è la più diffusa, con 3 sottospecie presenti. In alcune aree dell’appennino abruzzese vive invece la piccola Vipera dell’Orsini (Vipera ursinii). Sulle alpi oltre la V. aspis è presente anche il Marasso (Vipera berus), ed infine in alcune aree del Trentino e del Friuli è presente qualche popolazione della Vipera dal Corno (Vipera ammodytes). Ma come capire quando ci si trova davanti ad una Vipera? I caratteri distintivi principali sono la pupilla stretta e verticale (rotonda nei Colubridi) e le squame numerose e molto piccole sulla testa (poche e grandi nei Colubridi). Tuttavia questi sono elementi che si possono apprezzare solo avendo l’animale a distanza ravvicinata. Di primo acchito però, una vipera si presenterebbe tozza, corta (mai oltre 1 metro e raramente olte 60-70 cm) e poco slanciata. Ma è sempre bene non avvicinarsi troppo a nessun serpente che incontriamo in natura, e limitarsi solo all’osservazione e alla fotografia.

Vediamo adesso qualche foto di Viperidi italiani, per apprezzare meglio i particolari di queste splendide creature:

La Vipera aspis francisciredi, diffusa nell’italia centrale e nord:

Foto 1

La Vipera aspis atra, diffusa sulle Alpi:

Foto 2

La Vipera aspis hugyi, diffusa al sud italia e Sicilia (in sardegna non ci sono serpenti velenosi!).

Foto 3 Il Marasso (Vipera berus), specie diffusa in Italia solo sulle Alpi con popolazioni più o meno localizzate:

Foto 4

Passiamo ai Colubridi, la famiglia più vasta del mondo dei serpenti. Tutte le specie che ne fanno parte non sono velenose, con qualche eccezione, che comunque in casi eccezionali costituiscono un pericolo per l’uomo, non comunque esistente in tutta Europa. In Italia, il Biacco (Hierophis viridiflavus) e la Natrice dal Collare (Natrix natrix) sono le specie più comuni, e il primo è facilmente avvistabile. Vi sono anche altre due specie di natrici, meno comuni e localizzate: la Natrice Tassellata (Natrix tessellata) e la Natrice Viperina (Natrix maura). Sono presenti poi il Saettone (Zamenis longissimus), Saettone Occhirossi (Zamenis lineatus) e il Cervone (Elaphe quatuorlineata). Inoltre due specie spesso confuse per viperidi sono il Colubro liscio (Coronella austriaca) e il raro Colubro del Riccioli (Coronella girondica). Altri meno diffusi sono il Colubro Lacertino (Malpolon monspessulanus), il Colubro Ferro di Cavallo (Hemorrhois hippocrepis), il Colubro Leopardino (Zamenis situla) e il Colubro dal Cappuccio (Macroprotodon cucullatus).

Il Biacco, il più comune serpente italiano, al sud e al nord-est è completamente nero, nell’italia centrale e nord-ovest è giallo e nero.

Foto 5

La Natrice dal collare, abitante soprattutto di ambienti acquatici, ben diffusa in tutta Europa.

Foto 6

La Natrice Tassellata (nella foto) è diffusa in tutta Italia escluse le isole, ma è molto localizzata. La Natrice Viperina invece vive in alcune aree del nord e in sardegna.

Foto 7

Il Saettone e il Saettone Occhirossi (nella foto) sono molto simili, ma il primo è diffuso al nord e nell’italia centrale, l’altro nel sud e Sicilia.

Foto 8

Il Cervone, il più grande serpente d’Europa, vive in alcune aree dell’italia centrale, dalla Puglia alla Toscana.

Foto 9

Il Colubro Liscio è un piccolo serpente che vive in ambienti prettamente montani.

Foto 10

Il Colubro del Riccioli è considerato il più raro serpente italiano.

Foto 11

Il Colubro Leopardino è considerato il più bel serpente europeo, con colori che non hanno nulla da invidiare alle specie esotiche. Diffuso al sud e sicilia, ma raro.

Foto 12

Il Colubro Lacertino (foto), il Colubro dal Cappuccio e il Colubro Ferro di cavallo sono molto localizzati in italia. Il primo vive nell’ovest della Liguria e a Lampedusa. Il secondo solo a Lampedusa. Il terzo a Pantelleria e in pochissime aree del sud della sardegna.

Foto 13

Come abbiamo detto, tutti questi Colubridi sono innocui. Solo il Colubro Lacertino e il Colubro dal cappuccio sono opistoglifi, cioè hanno ghiandole velenifere collocate a piccoli denti situati nella parte posteriore della bocca. Difficilmente quindi riescono a inoculare lo stesso veleno nell’uomo, che comunque non gli causerebbe alcun effetto significativo. Questi animali sono affascinanti e molto utili nell’ecosistema, è importante iniziare a conoscerli e rispettarli in modo da iniziare ad avvicinarsi al loro mondo in modo diverso, senza paure e pregiudizi.

Testo e foto di Carmelo Batti.

Per info: [email protected] 

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