L’eutrofizzazione: il processo che determina la colorazione delle acque

Durante alcuni periodi dell’anno, soprattutto durante il periodo primaverile ed estivo, sulla superficie di laghi, dei fiumi, delle acque costiere e in generale in tutti quei corpi idrici caratterizzati da una minore capacità di ricambio d’acqua può verificarsi la comparsa di estese colorazioni che vanno dal rosso sangue al verde intenso. Questo fenomeno è il risultato di un processo che prende il nome di eutrofizzazione, esso può avere origine naturale, ma spesso è legato a cause antropiche e rappresenta una delle diverse forme di inquinamento delle acque che può determinare effetti negativi sulla vita di molti organismi marini, sugli organismi d’acqua dolce ed infine anche sulla salute dell’uomo. L’eutrofizzazione si manifesta a seguito dell’arrivo di acque ricche di nutrienti, quali azoto e fosforo, che determinano uno sviluppo eccessivo delle alghe naturalmente presenti nei corpi idrici. Le alghe rappresentano un gruppo molto vasto ed eterogeneo sia di forme che dimensioni, inoltre possono essere organismi sia unicellulari che pluricellulari visibili ad occhio nudo e talmente piccoli da essere visibili solo al microscopio. Questi organismi al pari delle piante terrestri svolgono il processo di fotosintesi clorofilliana producendo e rilasciando ossigeno durante il giorno, utilizzando la luce solare e assorbendo dall’ambiente in cui vivono i nutrienti necessari per crescere e riprodursi. Inoltre occupano un importante livello all’interno delle catene alimentari, rappresentando il principale alimento dello zooplancton della quale a sua volta si ciba il necton (i pesci). Questi organismi terminato il loro ciclo vitale cadono al fondo arricchendo il benthos (organismi che vivono in stretta relazione con il fondo) in cui si sviluppa l’attività batterica permettendo così la liberazione di minerali e nutrienti tra cui l’azoto e il fosforo che costituiscono l’alimento del fitoplancton. Quando questo delicato ciclo viene alterato dall’introduzione di nutrienti in eccesso causate dall’arrivo di acque di scarico non trattate provenienti dalle abitazioni, dagli allevamenti zootecnici e dalle acque piovane cadute in terreni agricoli ricchi in cui si fa uso di fertilizzanti, cominciano a manifestarsi degli effetti indesiderati quali:

1) Intorbidimento delle acque e colorazione dovuta all’eccessiva crescita algale.

2) Diminuzione del contenuto di ossigeno in acqua per aumento della concentrazione batterica al fondo.

3) Scomparsa progressiva delle specie ittiche pregiate con conseguente incremento delle specie più resistenti alle cattive condizioni ambientali.

4) Formazione di zone prive si ossigeno (anossiche) dalla quale si formano prodotti tossici e di cattivo odore.

Con il perdurare delle citate condizioni il fenomeno entra in una fase cronica, cioè sulla superficie delle acque compaiono estese morie di pesci con un ulteriore degrado ambientale. In Italia vige una precisa regolamentazione per il trattamento delle acque reflue, il decreto legislativo n.152 del 11 maggio 1999, con il quale è stata recepita anche un’importante direttiva della comunità europea sull’inquinamento provocato dai nitrati provenienti da fonti agricole.

Matteo Mercurio

Fonti:

Decreto Legislativo n.152 del 11 maggio 1999 http://www.camera.it/parlam/leggi/deleghe/99152dl.htm

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