Due piccoli “grandi” carnivori italiani: Lynx lynx e Felis silvestris

Ovvero: Lince comune e Gatto selvatico. Questi due felini che andiamo a conoscere sono due mammiferi carnivori molto interessanti anche se non molto frequenti da incontrare.
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Della presenza di carnivori in Italia si parla spesso, soprattutto per quanto riguarda gli esemplari più conosciuti e rappresentativi, come il lupo e l’orso. Ma in Italia ci sono molte altre specie di cui poco si parla.

Ma prima di addentrarci nello specifico nella Famiglia Felidae vediamo brevemente cosa caratterizza tutte le specie appartenenti all’ordine dei carnivori.

I Carnivora possiedono tutti una dentatura specializzata per il regime alimentare carneo, questo si rispecchia prevalentemente nella struttura dei denti, soprattutto per quello che riguarda i canini larghi e conici e notevolmente sviluppati. Inoltre l’ultimo premolare dell’arcata superiore e il primo molare di quella inferiore sono i cosiddetti denti ferini o carnassiali. Gli svariati rappresentanti di quest’ordine sono tutti predatori, cacciano dai piccoli mammiferi, a uccelli o anfibi fino a grandi prede come gli ungulati (cervi, caprioli, cinghiali ecc.)

In Italia sono presenti 5 famiglie appartenenti all’ordine dei carnivori, più alcune specie introdotte:

Famiglia Canidae: di cui i rappresentanti più conosciuti sono il lupo (Canis lupus) e la volpe (Vulpes vulpes). Quest’ultima ha da poco ricolonizzato molti dei territori di un tempo, andando così ad essere presente in tutta la nostra penisola. Il lupo è presente in tutta la catena Appenninica e nelle Alpi Lombarde.

Famiglia Ursidae: anche se gli orsi (Ursus arctos) in Italia sono distribuiti in pochi e isolati nuclei. Quello più numeroso si trova nel Parco Nazionale d’Abruzzo.

Famiglia Mustalidae: di cui possiamo ricordare numerosi rappresentanti e che gode in generale di ampia distribuzione: il tasso (Meles meles), la lontra (Lutra lutra), la donnola (Mustela nivalis), l’ermellino (Mustela erminea), la puzzola (Mustela putorius), la faina (Martes foina) e la martora (Martes martes).

Famiglia Viverridae: con un unico rappresentante: la genetta (Geneta geneta). Difficile da osservare e con habitat ristretto, viene considerata tra le specie più primitive dei carnivori.

Infine la Famiglia Felidae che comprende la lince comune (Lynx lynx) e il gatto selvatico (Felis silvestris).

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La famiglia Felidae è, tra quelle dei mammiferi carnivori, una delle più conosciute e importati al mondo.

Sono distribuiti quasi dappertutto nel globo, fatta eccezione per le zone polari e il continente australiano. A questa famiglia appartengono i carnivori più famosi: dal leone alla tigre, dal puma al leopardo, fino ai velocissimi ghepardi che sono i più veloci tra tutti gli animali terrestri esistenti al mondo. Una curiosità: ai felini appartiene anche il genere Smilodon di cui fa parte anche l’ormai estinta ma famosissima tigre dai denti a sciabola (Smilodon fatalis).

Un po’ di anatomia: arti robusti per correre o per arrampicarsi, digitigradi (poggiano sul suolo solo con le dita) pentadattili nell’arto anteriore, tetradattili nel posteriore, muniti di unghie affilate e retrattili per essere cacciatori letali! Le loro dimensioni possono variare molto, si va da quelle di un gatto a quelle di una tigre, con un corpo massiccio ricoperto da una folta pelliccia. Sono per lo più notturni e sono i più carnivoro tra i carnivori (la volpe  della famiglia Canidae ad esempio non disdegna affatto la frutta e molto altro).

La loro principale caratteristica è l’essere dotati in generale di sensi molto sviluppati, vista e udito principalmente ma anche un olfatto acuto.

Il punto forte dei felini è per l’appunto l’eccezionale vista, soprattutto per quanto riguarda la visione notturna. Caratteristica che vale la pena citare è il tappeto lucido (tapetum lucidum) che permette loro di amplificare e convogliare nell’occhio la luce a bassa intensità.

Questa struttura composta di cellule riflettenti aiuta in situazioni di scarsa luminosità riflettendo la poca luce nuovamente sulla retina. Per intenderci è quella brillantezza che possiamo vedere negli occhi degli animali illuminati di notte dai fari di una macchina.

Ma veniamo a noi: in Italia Lynx lynx e Felis silvestris sono distribuiti negli ambienti più diversi, dalle Alpi alla Sicilia, dalle zone montuose e forestali fino a quelle costiere.

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In Italia il gatto selvatico è distribuito in tutta l’area centro-meridionale a partire da Toscana, Umbria e Marche, inoltre è presente sia in Sicilia che in Sardegna. Invece è totalmente assente nell’Appennino settentrionale e nella maggior parte delle Alpi, ma la sua presenza è confermata da segnalazioni in Friuli.

Inoltre il gatto selvatico è distribuito in gran parte del globo, e con una numerosa varietà di sottospecie: sicuramente il parente più conosciuto di Felis silvestis è il gatto domestico: Felis sylvestris catus.

Felis silvestis nel nostro paese predilige habitat forestali o boschivi, in particolare foreste di latifoglie dove vi è una folta vegetazione che permette sia di trovare rifugio che di cacciare all’agguato. È prevalentemente notturno e solitamente passa le ore del giorno in rifugi o tane nell’inattività. Per quanto riguarda la morfologia di Felis silvestis non c’è molto da dire infatti basta pensare a uno dei nostri mici di casa, anche se con qualche differenza.

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Siamo abituati a vedere il gatto domestico con numerosissimi colori del mantello, ma per il gatto selvatico il mimetismo è essenziale per la caccia e per la sopravvivenza, pertanto si presenta con una colorazione gli permette di adattarsi al meglio con l’ambiente in cui vive: è grigio – giallastro tigrato e con la coda ad anelli.

È un cacciatore molto abile si nutre soprattutto di micromammiferi: uccelli, rettili e conigli selvatici.

Anche se non è una specie a rischio di estinzione, vi sono dei fattori di pericolo, dovuti essenzialmente alla frammentazione dell’habitat e alle malattie che gli vengono trasmesse dai gatti domestici.

 Proseguiamo con la più difficile da incontrare delle due specie di felini: la Lince.

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Vi sono diverse specie di lince, la più diffusa in Europa è appunto Lynx lynx la lince europea o lince eurasiatica.

I dati sulla reale distribuzione della lince in Italia sono scarsi, sia a causa della difficoltà di avvistamento che del tipo di areale di distribuzione, ma negli ultimi anni sono stati fatti molti progressi nella raccolta dei dati.

Fino al 1950 era distribuita sull’ arco Alpino, mentre per quel che riguarda l’Italia peninsulare, l’estinzione di questa specie è da ritenersi molto più antica e non sono presenti molti dati storici attendibili.

Dopo molti anni di assenza dal nostro paese, la lince circa 10 anni fa ha cominciato a ricolonizzare le Alpi orientali (dal Veneto al Trentino orientale), non grazie a immissioni per progetti di ripopolamento, ma grazie alla ricolonizzazione spontanea dovuta ad esemplari provenienti dalla popolazione slovena, e anche dalle popolazione svizzere. Infatti vengono segnalati individui anche in Lombardia.

Solitarie e territoriali con zone di caccia e territori molto vasti soprattutto per i maschi: da 100 km2 fino pensate a 3000 km2! Questa caratteristica rende facilmente intuibile come la densità di individui sia sempre molto bassa, circa 3,5 esemplari per 100 km2.

La lince è munita di folto pelo lungo, infatti predilige le zone montuose e innevate, le orecchie sono dritte con il caratteristico ciuffo di peli sulla sommità. Hanno il pelo più folto intorno al muso. Le zampe molto grandi e ricoperte di pelo sono perfette per camminare sulla neve fresca e per spostarsi in modo molto silenzioso.

Possono raggiungere i 20–30 chilogrammi e arrivare a una lunghezza massima di circa 1 metro e 20, l’altezza alla spalla è all’incirca 50 cm, diciamo che come dimensioni gli esemplari sono paragonabili a quelle di un cane di taglia media.

Anche se la colorazione delle varie specie di linci è molto variabile, la lince europea presenta un manto omogeneo: giallo scuro a macchie nere. La durata della vita è paragonabile a quella di un cane, circa  10 –15 anni.

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La lince ama principalmente gli ambienti forestali, dove si presentano buone condizioni per cacciare. Infatti preferisce cacciare non basandosi sulla velocità ma sfruttando la tecnica dell’agguato.

Il loro habitat comprende principalmente ambienti boschivi variabili e zone non omogenee, con presenza di rocce, radure e foreste, dove ci siano abbondanza di prede come ungulati, lepri, conigli ma anche uccelli e invertebrati. Questo tipo di terreno permette di sfruttare la loro caratteristica tecnica di caccia: da brevi distanze e con un balzo improvviso piombano sull’ignara preda. Cacciano soprattutto di notte o favoriti dal cambio di luce all’alba e al tramonto. Inoltre sono ottimi arrampicatori. 

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Questo bellissimo animale in passato è stato soggetto a una caccia accanita da parte dell’uomo sia per la sua pelliccia maculata sia per la sua presunta pericolosità, portandolo in alcuni paese quasi all’estinzione.

La Lince comune e Gatto selvatico anche se difficili da incontrare, sono due bellissimi felini che rappresentano un patrimonio importante per il nostro paese che va protetto e salvaguardato e il primo passo per riuscirvi è sicuramente la conoscenza.

E magari facendo una passeggiata nei boschi avremo il piacere di incontrare uno di questi due magnifici piccoli “grandi” felini!

Testo di Sara Parolin

Tutte le foto tratte da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

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