Nudibranchi…che passione!!!

I nudibranchi (Nudibranchia) sono un sottordine di molluschi appartenenti all’ordine degli Opistobranchi, che comprende più di 7000 specie. Il termine nudibranco deriva dal latino nudus (nudo) e dal greco brankhia (branchia), e significa “branchie nude”. Gli Opistobranchi, sono a sua volta un ordine di molluschi accomunati dal fatto di avere le branchie nella parte posteriore del corpo ed una forma adulta priva di conchiglia, che viene persa al termine dello stadio larvale. I nudibranchi sono dotati di un corpo morbido e flessibile, le cui forme e colori possono variare enormemente. Le dimensioni variano da 1 a 60 centimetri, ma sono spesso molto piccoli.

Tra i nudibranchi si possono trovare le creature più colorate sulla terra. Sono animali tipicamente bentonici (anche se alcuni, come la ballerina spagnola, possono nuotare tramite i movimenti del corpo). Alcune specie non hanno branchie distinte ed hanno sviluppato i cosiddetti cerata, ossia caratteristiche strutture allungate (piccole protuberanze del sistema digerente) che ricoprono il dorso e che servono ad aumentare la superficie del tessuto deputata ad assorbire l’ossigeno dall’acqua. Tutti i nudibranchi sono dotati di qualche forma di tentacoli sul capo o sulla bocca che si ritiene aiutino gli animali ad avvertire l’ambiente circostante. Questi tentacoli sono molto sviluppati in alcune specie come le comuni Flabelline. L’adattamento evolutivo dei nudibranchi ha portato ad un’enorme varietà di forme e colori, sia a scopo mimetico che difensivo.

Sono animali ermafroditi, cioè posseggono contemporaneamente gli organi sessuali maschili e femminili, ma non possono autofecondarsi, per cui la riproduzione avviene per mezzo di un partner. Tipicamente depongono le uova in spirali gelatinose o in velature nastriformi, spesso in prossimità o sopra le loro prede. Lo sviluppo dell’individuo avviene nell’uovo, che lo abbandona in forma larvale, chiamata veliger e dotata di ciglia, che pratica una breve vita planctonica per poi perdere la conchiglia ed iniziare la vita bentonica.

Sono animali carnivori; alcuni si nutrono di spugne, idrozoi, briozoi, altri sono cannibali, nutrendosi di altri opistobranchi o di nudibranchi anche della stessa specie. Altri ancora si nutrono di tunicati, crostacei o anche di pesci morti. I nudibranchi si muovono, come altri gasteropodi, per mezzo di un piede muscoloso, mentre altri hanno perso il piede si si muovono tramite il movimento delle ciglia ventrali e attraverso un’abbondante produzione di muco. Inoltre molti di essi sono capaci di attuare un movimento ondulatorio, che gli permette di fluttuare in mare.

Per via della perdita della conchiglia esterna hanno dovuto sviluppare, tramite l’evoluzione, altri sistemi di protezione: in particolare il camuffamento attraverso colori che li rendano invisibili, come ad esempio il Phyllodesmium longicirra o il Melibe mirifica, o tramite colorazioni che li identifichino come non commestibili o velenosi (aposematismo), come la Hypselodoris infucata. Molti nudibranchi si affidano alla loro pelle coriacea ed alla capacità di secernere sostanze chimiche. Altri hanno sviluppato appendici per difendere branchie e rinofori. Alcuni nudibranchi, come la notissima vacchetta di mare, hanno sul dorso caratteristici tubercoli spinosi che li rendono inappetibili ai predatori. Caratteristica comune a moltissime specie è la capacità di accumulare, immagazzinare e secernere acidi od altre sostanze chimiche sgradevoli. In genere le specie tossiche fanno mostra di colorazioni brillanti che mirano ad avvertire i possibili predatori della presenza di sostanze, dette ittiotossine, che possono produrre danni all’ imprudente predatore. Altri nudibranchi come le Flabelline, si nutrono di organismi – idroidi, coralli di fuoco, anemoni – contenenti microscopiche cellule urticanti dette nematocisti che agiscono come veri e propri pungiglioni attivati dal contatto. Si è appurato che i nudibranchi sono immuni al veleno delle nematocisti e riescono ad accumulare nei propri tessuti quelle non ancora sviluppatesi, che diverranno attive solo una volta cresciute nei cnidosacchi posti all’apice dei cerata.

Tra i nudibranchi inoltre si hanno diversi casi di simbiosi, cioè di associazione tra specie diverse; tipico caso di mutualismo è quello dei nudibranchi che accumulano nei propri tessuti le zooxantelle, alghe cellulari che vivono nei tessuti di alcune prede come coralli ed anemoni di mare. Mentre le zooxantelle beneficiano di una costante esposizione solare, l’ospite trae vantaggio dal prodotto della fotosintesi e dalla trasformazione di alcune sostanze chimiche di scarto. Altro caso è quello del gamberetto Periclimenes imperator che vive sul corpo di alcuni nudibranchi e nutrendosi delle loro feci: il beneficio per entrambi è evidente.

Alcuni nudibranchi sono stati al centro di studi comportamentali o riguardanti la memoria a lungo termine, studi che potrebbero portare a benefici per i malati di Alzheimer. Inoltre è stato scoperto, un minuscolo opistobranco, stretto parente dei nudibranchi, che sembrerebbe essere l’unico animale in grado di nutrirsi di Caulerpa taxifolia ed è stato ventilata la sua diffusione per fermare la diffusione di questa alga infestante. L’aspetto più importante del rapporto tra uomini e nudibranchi tuttavia deriva certamente dal fascino che questi animali esercitano sui subacquei e sugli appassionati del mare.

Antonio Giacoletti.

Fonti:

  • Dott.sa Emanuela Balasso, Università di Ferrara. Nudibranchi, piccoli gioielli in uno scrigno di biodiversità.
  • Andrea Biddittu. I molluschi – I gruppi minori.
  • Acquaportal.it

Foto: Alfonso Santoro

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