Periodicamente durante l’anno alcuni laghi, estuari e tratti di mare vengono interessati da un fenomeno che prende il nome di bloom algale o fioritura. Questo fenomeno si verifica in seguito ad un aumento della densità della popolazione algale dovuto ad un incremento della temperatura e ad una elevata concentrazione di nutrienti, quali azoto e fosforo, che determina un rapido sviluppo di microalghe dando origine alla comparsa di colorazioni sulla superficie delle acque, le cosiddette “maree colorate”, che possono assumere diverse gradazioni tendenti dal giallo-bruno, al rosso e al verde intenso.
Generalmente le fioriture hanno una breve durata, circa 2 settimane, successivamente le alghe tendono a diminuire, ma se le condizioni ambientali si mantengono favorevoli allora il fenomeno si protrae per tempi più lunghi con il susseguirsi di più fioriture nello stesso periodo facendola apparire come un unico evento. Questi fenomeni possono essere la causa di diversi effetti negativi, soprattutto in acque destinate alla balneazione, per la formazione di cattivi odori e per l’estesa moria della fauna acquatica a causa delle condizioni di anossia e produzione di biotossine. Quest’ultimo diventa l’aspetto più preoccupante del processo soprattutto perché l’elevata produzione di biotossine crea un serio rischio per la salute umana, essendo sostanze chimiche resistenti alla cottura possono, attraverso il consumo di molluschi filtratori che tendono ad accumularli, arrivare sino all’uomo creando problemi di salute a volte anche gravi. Si può cercare di prevenire una fioritura algale andando a ridurre il carico di nutrienti oppure creando una sorta di barriera galleggiante che isoli la fioritura algale.
Uno degli esempi di colorazione delle acque dovute alla eccessiva crescita algale è quella del lago di Tovel in Trentino. All’origine del fenomeno è la presenza di un alga microscopica, questa contiene pigmenti carotenoidi che in determinati periodi dell’anno la fanno apparire rossa.
Altro caso è quello che si è verificato sulle coste della Cina Orientale, il fenomeno è stato attribuito all’inquinamento e riscaldamento delle acque.
A volte il fenomeno può essere talmente esteso da essere visibile nella sua totale interezza da immagini riprese dai satelliti, questo è il caso degli scatti fatti in Patagonia e in Antartide.
Matteo Mercurio:
Foto: Corriere della sera, National Geographic
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