La tutela della biodiversità marina nel Mediterraneo

Il Mar Mediterraneo non rappresenta soltanto il fulcro della cultura di Africa, Europa e Asia: è un patrimonio dell’umanità anche sotto il punto di vista biologico, grazie alla presenza di molte popolazioni e delle biocenosi associate (Fig. 1). L’attuale biodiversità marina del Mediterraneo è principalmente la conseguenza di eventi geologici avvenuti durante il Pleistocene (2,5 – 11,7 milioni di anni fa), in cui si sono susseguiti periodi molto caldi, pari a quello attuale, e periodi glaciali.

Damselfish (Chromis chromis) close to Poseidon seagrass Roman Wall 2 (1)

Fig. 1: Biocenosi a Posidonia oceanica: gruppo di Chromis chromis (Cipro 2012)

Nei periodi interglaciali, il clima caldo-arido portò l’afflusso di acque atlantiche poco salate che si stratificarono su quelle più salate del bacino mediterraneo. L’elevata temperatura sia di acque superficiali che di quelle profonde, favorì l’ingresso della cosiddetta fauna calda, come Strombus bubonius (Fig. 2), le cui forme vicarianti si riscontrano attualmente lungo il Senegal.

Strombus bubonius - stromboidea.de

Fig. 2: Strombus bubonius fossile (da www.stromboidea.de)

Nei periodi glaciali, il clima era freddo-umido, con il conseguente abbassamento del livello dell’Oceano Atlantico, parzialmente ghiacciato, e ingenti precipitazioni che portarono a un’eccedenza di acqua del Mediterraneo e all’inversione delle correnti: quella più superficiale e calda alimentò l’Atlantico, mentre quella profonda e fredda affluì nel bacino, favorendo l’insediamento della fauna fredda, come Mya truncata (Fig. 3).

mya truncata - habitas.org.uk

Fig. 3: Mya truncata subfossile (da www.habitats.org.uk)

Questo meccanismo è andato avanti ciclicamente (ed è minimamente presente attualmente, come scritto in seguito), permettendo alla selezione naturale di agire sulle diverse popolazioni marine. Quelle che non riuscirono ad adattarsi al cambiamento ambientale scomparirono; le altre rimasero all’interno del Mediterraneo come relitti biologici (come Aphanius fasciatus, Fig.4). La radiazione della biodiversità in Mediterraneo è avvenuta tramite una grande speciazione allopatrica (per opera dell’isolamento geografico) che ha portato alla presenza di specie vicarianti tra Atlantico e Mediterraneo.

Fig. 4: Aphanius fasciatus (da www.ittiofauna.org)

Fig. 4: Aphanius fasciatus (da www.ittiofauna.org)

Accanto a tali popolazioni, frutto dell’evoluzione biologica e orogenica del Mare Nostrum, bisogna ricordare anche la presenza delle specie aliene, sia le attuali popolazioni provenienti dall’Atlantico sia quelle provenienti dal Mar Rosso a seguito dell’apertura del Canale di Suez, nel 1869. La loro presenza contribuisce ad arricchire la biodiversità marina del Mar Mediterraneo ma può portare degli svantaggi nei confronti dell’habitat in cui si ritrovano a risiedere, in quanto ne alterano l’equilibrio entrando in competizione con le specie presenti da tempo. In alcuni casi, soprattutto quando l’introduzione avviene direttamente dall’azione antropica, le popolazioni aliene prendono il sopravvento su quelle autoctone, che vanno incontro all’estinzione. Uno dei vantaggi delle specie aliene è quella di non avere parassiti specifici o predatori in Mediterraneo, cosicché la loro crescita di popolazione non è limitata da tali fattori, come invece avviene per le specie nostrane. Il dominio delle specie aliene su quelle autoctone è dovuto anche alle diverse strategie che le specie a larga ripartizione geografica possono attuare in base ai regimi termici nelle quali vengono a ritrovarsi.

L’aumento delle temperature oceaniche a seguito del surriscaldamento globale ha inciso nella regolazione di diverse attività biologiche delle specie marine (raggiungimento della taglia di maturità sessuale, durata della vita feconda, sopravvivenza e taglia dei discendenti): le popolazioni a piccola distribuzione geografica possono solo spostarsi verso le aree più settentrionali del Mediterraneo, in cui trovano temperature maggiormente favorevoli per la loro sopravvivenza (Thalassoma pavo, Fig. 5). Tuttavia si troveranno maggiormente in difficoltà nei confronti di qualsiasi pressione selettiva, sia quelle di origine antropica che quelle casuali.

Thalassoma pavo - M. Baldwin

Fig. 5: Thalassoma pavo (Cipro 2011)

Per comprendere quali conseguenze ecologiche possa avere il progressivo aumento della temperatura globale è necessario conoscere le caratteristiche fenotipiche e genotipiche delle specie. La Biologia di Conservazione riconosce il ruolo fondamentale degli istituti di ricerca per lo studio della diversità genetica delle popolazioni in natura; l’intervento dei centri di educazione ambientale per lo sviluppo sostenibile di un territorio; il ruolo fondamentale delle Aree Protette o di Conservazione per il ripristino delle condizioni favorevoli alla “sopravvivenza della specie”. Per poter preservare la biodiversità sono indispensabili delle liste di organismi e habitat che necessitano di protezione, il cui valore dipende dagli elementi naturalistici, ecologici, culturali, estetici, economici o perché rari, vulnerabili e a rischio di estinzione. Dal 1971 al 1999 si sono susseguiti una serie di accordi e convenzioni internazionali atti alla conservazione della natura, di cui ben pochi riguardanti la tutela del mare. Di seguito una lista sulle principali normative a carattere Europeo:

Anno

Denominazione

Legislazione Italiana

Mansione

1971

Convenzione di Ramsar

D.P.R. 448 del 13.03.1976

Primo trattato internazionale per la gestione delle zone umide
1973

Convenzione di Washington – CITES

L. 874 del 19.12.1975

Contro il commercio internazionale di specie rare o minacciate, esemplari morti, parti di essi o prodotti derivati
1976

Accordo RAMOGE

(Italo-Franco-Monegasco)

L.743 del 24.10.1980

Per la protezione delle acque del litorale mediterraneo
1979

Convenzione di Bonn o CMS

L. 42 del 25.01.1983

Per la Conservazione delle Specie Migratrici e gli animali selvatici e del loro habitat
1979

Convenzione di Berna

L. 503 del 5.08.1981

Per la conservazione della vita selvatica e dei suoi biotopi in Europa
1992

Convenzione di Rio de Janeiro

L.124 del 14.02.1994

Per la tutela della Biodiversità a tutti i suoi livelli
1996

Accordo ACCOBAMS

Non ancora ratificato

Sulla conservazione dei cetacei in M. Nero, Mediterraneo e Zona Atlantica Adiacente
1997

Direttiva Habitat

D.P.R. 357 del 8.09.1997

D.M. del 3.04.2000

D.M. del 6.09.2002

Conservazione degli habitat naturali della flora e fauna selvatiche, con la formazione della RETE NATURA 2000, per attuare gli obiettivi della C. di Rio. Formazione di due tipi di siti: ZPS e ZSC, successivamente da attuare in SIC
1999

Convenzione ASPIM

(precedente Convenzione di Barcellona del 1995)

L. 175 del 25.05.1999

Per le Aree Specialmente Protette e la Biodiversità in Mediterraneo
1999

Creazione del Santuario dei Cetacei

L.391 del 11.10.2001

Per la creazione di un santuario per la protezione dei mammiferi marini, tra Liguria, Principato di Monaco, Sardegna e Toscana

Nonostante l’attuazione di tali normative, la tutela della biodiversità marina è ancora un processo di difficile concretizzazione, probabilmente per una carenza di istruzione ed educazione sull’ambiente marino stesso. Per tale motivo sarebbe opportuno incentivare i progetti legati allo sviluppo sostenibile delle coste e le attività inerenti il bio-snorkeling (Fig. 6), in modo da creare e/o incrementare un turismo responsabile e nuove figure di lavoro.

Fig. 6: L'associazione Nel Sinis impegnata nell'educazione ambientale e sportiva per bambini e ragazzi (© 2013 Maria Fais - Putzu Idu)

Fig. 6: L’associazione Nel Sinis impegnata nell’educazione ambientale e sportiva per bambini e ragazzi (© 2013 Maria Fais – Putzu Idu)

Maria Fais

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2 pensieri su “La tutela della biodiversità marina nel Mediterraneo

  1. Scusate tutti per l’errore di datazione, palesemente sbagliato. Il periodo Pleistocenico è tra 2,5 – 11,7 milioni di anni fa. Chiedo venia

    Maria

    • Tranquilla Maria, i nostri lettori ti perdoneranno sicuramente per il lapsus! Abbiamo corretto l’articoli! Grazie sempre! 😉

I commenti sono chiusi.