Un crostaceo speciale: il granchio blu

granchiobluIl granchio blu non è il frutto della bizzarra fantasia di un disegnatore di fumetti ma è una delle mirabili opere viventi della natura. Il suo nome scientifico è Callinectes sapidus, appartiene al subphylum dei crostacei ed all’ordine dei decapodi. La sua presenza è associata soprattutto ad ambienti marini costieri con bassi valori di salinità, in primo luogo baie ed estuari di acque salmastre e si trova lungo le coste meridionali ed orientali del sud America ma è stato notato anche in Francia, Olanda, Danimarca e nella parte ad est della zona costiera del Mar Mediterraneo. Il granchio blu rappresenta inoltre una delle maggiori specie nella baia di Chesapeak insenatura dell’oceano Atlantico compresa tra i territori del Maryland e delle Virginia. Questo crostaceo ha una colorazione particolare tendente al blu-verde oChesapeak grigiastro e presenta delle spine rosse sul carapace, la formazione dell’esoscheletro di questo organismo avviene attraverso tre fasi distinte: durante la prima si verifica un rilascio di ormoni al di sotto dello strato protettivo esterno, successivamente viene costruito l’esoscheletro esterno al di sotto del primo strato la cui rottura avviene di solito in un punto ben preciso preferibilmente nell’ambiente acquatico infine l’ultima fase del processo si completa con l’indurimento dell’esoscheletro definitivo. L’importanza commerciale di questa specie la rende particolarmente vulnerabile agli interventi spesso insensati dell’uomo ed il ruolo ecologico del granchio blu è di sicuramente fondamentale per mantenere gli equilibri naturali. Questi organismi sono prevalentemente bentonici e si alimentano principalmente di bivalvi, altri crostacei e pesci anche se talvolta non disdegnano di cibarsi di piante e detriti, mostrando delle abitudini alimentari di tipo generalista, e per questo la loro presenza è determinante in quanto gioca un ruolo importante nella definizione della struttura e della funzione delle comunità di estuario. In effetti durante gli stadi giovanili i granchi blu anatomiarappresentano una delle prede più consumate da molti animali marini appartenenti a questo particolare tipo di ecosistema. Nel periodo in cui depongono le uova i granchi blu si spostano da zone dove la salinità è bassa ad altre dove la concentrazioni di sali è decisamente maggiore, le larve che si svilupperanno dalle uova deposte trascorreranno una parte della loro vita nell’ambiente pelagico assieme al plancton fino al raggiungimento dell’età adulta. Una particolarità di queste creature marine è la loro capacità di rigenerare le appendici perdute, se ad esempio un predatore recide loro una chela il crostaceo la lascia cadere ed dopo un certo periodo di tempo al suo posto ne crescerà un’altra. Per poter vivere in condizioni accettabili i granchi blu hanno bisogno di trovarsi in acque con un adeguato contenuto di ossigeno, in effetti nella baia di Chesapeak sono note le cosiddette “guerre dei granchi” in cui questi crostacei affiorano in massa alla superficie delle acque rifuggendo da condizioni di ipossia delle stesse. La torbidità dell’acqua è un altro parametro limitante per la sopravvivenza di questi organismi marini specialmente nel loro stadio larvale durante il quale hanno bisogno di muoversi agevolmente nel mezzo acquoso inoltre elvate concentrazioni di composti azotati e bassi livelli di pH possono danneggiare i granchi blu. Per quanto riguarda l’inquinamento un elenco piuttosto lungo di sostanze determina il peggioramento delle condizioni di vita di questi crostacei colorati, fra le altre sostanze tossiche ricordiamo i metalli pesanti, il DDT, composti alogenati, bifenili clorurati ed idrocarburi policiclici aromatici. Il monitoraggio della popolazione di questi crostacei appartenente allo stadio giovanile è molto importante per tenere sotto controllo l’inquinamento chimico che ne diminuirebbe drasticamente il numero di individui mettendone a rischio l’esistenza.

Chiara Scamardella

Fonti:

  • Blue Crab Melissa Welsh, 2012 Institute for Marine Mammal Studies.
  • Blue crab: life Histories and Environmental Requirements of Coastal Fishes and Invertebrates, Coastal Ecology Group Fish and Wildlife Service Waterways Experiment Station 1984.
  • Blue crab: William F. Van Heukelem University of Maryland 1980.