STELLE MARINE : ORGANISMI DA STUDIARE

Le stelle marine con la loro simmetria pentaraggiata rappresentano sicuramente uno degli organismi più originali esistenti nell’ecosistema marino. E’ noto che possono vivere e svilupparsi anche con un numero maggiore di braccia rispetto alle cinque che possiedono normalmente ma le specie più diffuse prediligono una simmetria con cinque arti. Il phylum a cui appartengono le stelle marine è quello degli Echinodermi e la classe quella degli Asteroidei, le loro dimensioni possono essere ridotte oppure arrivare sino al metro di diametro. Le vivaci colorazioni che caratterizzano il corpo di questi abitanti marini hanno spesso motivi decorativi e vanno dal rosso al verde passando per l’azzurro e il giallo. Il loro corpo è rivestito da una teca costituita da piastre ravvicinate, sul lato inferiore è presente la bocca mentre su quello superiore è localizzato l’ano assieme alla madreporite ovvero l’apertura calcarea che serve per filtrare l’acqua nel sistema vascolare delle stelle marine. La loro vita si svolge prevalentemente a contatto con il substrato e sono adattate a muoversi su sabbia e fango come su praterie di tappeti algali e rocce in cerca di cibo costituito da detrito organico che riescono ad intercettare grazie a recettori chimici di cui sono dotate; la loro dieta comprende anche crostacei, spugne, molluschi e ricci di mare. Alcune specie sono dotate di braccia molto flessibili in grado di bloccare le valve del mollusco in modo da estroflettere su di esso una parte dello stomaco che produce succhi digestivi, successivamente la preda sarà completamente ingerita con espulsione finale delle parti non commestibili. La loro diffusione è prevalentemente cosmopolita e in mare possono trovarsi sia a profondità abissali che nelle acque più superficiali, i movimenti sui fondali avvengono attraverso dei pedicelli ambulacrali situati nella parte inferiore delle braccia che garantiscono altresì una buona presa per merito dell’adesione al fondo che aiuta questi organismi a resistere meglio alle mareggiate.

Da sempre è risaputo che le stelle marine riescono a rigenerare con grande abilità parti del corpo perdute, ad esempio in condizioni che ne minacciano la loro sopravvivenza provvedono a tagliarsi un braccio per fuggire più rapidamente. Il braccio mancante sarà presto rigenerato senza problemi e addirittura in alcune particolari situazioni potrà dare origine ad un nuovo individuo della specie, verificandosi così un processo di riproduzione asessuata. Questi organismi sono inoltre caratterizzati da fototropismo negativo perciò fuggono la luce e possono trovarsi maggiormente nelle zone d’ombra, le stelle marine riescono a percepire l’intensità luminosa grazie e dei recettori specializzati posti all’apice delle braccia. Una delle specie caratteristiche del Mediterraneo è quella del genere Astropecten e nelle praterie di Posidonia oceanica è più comune Echinaster sepositus. Purtroppo le stelle marine stanno diventando sempre più rare e nelle coste dell’America del nord negli ultimi anni è stata rilevata una massiccia moria di questi echinodermi. Si è ipotizzato che la causa di questo drammatico evento sia l’attacco da parte di un batterio che lacera il rivestimento esterno di questi organismi marini e ne provoca la perdita di colore. La diffusione del batterio a sua volta è causata dal riscaldamento globale, secondo quanto afferma Carlo Nike Bianchi ecologo marino dell’università di Genova, la scomparsa delle stelle marine determina numerosi danni proprio per il ruolo chiave rivestito da queste specie nell’equilibrio degli ecosistemi interessati dal fenomeno. Attualmente c’è il rischio che la moria possa diffondersi a livello globale anche a causa dell’immissione nei mari di sostanze nocive quali fertilizzanti, pesticidi, scarichi industriali e scorie nucleari. Un ruolo non indifferente riveste anche l’inquinamento dell’aria i cui contaminanti dopo il dilavamento terrestre vanno a riversarsi nei bacini acquatici. Pensare che le stelle marine attraverso il loro organo immunitario primitivo producono fagociti e linfociti che manifestano un’azione citotossica spontanea nelle cellule tumorali del topo.

Chiara Scamardella.

Fonti articolo:

  • “The advantages of the pentameral symmetry of the starfish” di Liang Wu et al. China Agricultural University, Beijing.
  • “Le stelle marine stanno morendo, i nostri mari sempre più inquinati” da Graziano Fornaciari, 2014.
  • Le stelle marine dal sito: “ I segreti del mare” .
  • Tesi di MATERIA MEDICA “ ASTERIAS RUBENS” della dott.ssa Luigina Robusti
    a.a. 2007-2008, SCUOLA DI’ MEDICINA OMEOPATICA DÌ VERONA.

Fonte immagine:sito pinterest.