Posidonia oceanica

Molti credono che sia un’alga, ma Posidonia oceanica è in realtà una pianta marina che con le sue estese praterie costituisce un habitat importante per gli invertebrati marini che la abitano. Questa specie vegetale acquatica è endemica del Mediterraneo e le sue foglie possono raggiungere anche il metro di lunghezza; si sviluppa bene in acque trasparenti, ossigenate, povere di nutrienti e sedimenti. Le sue praterie crescono su fondali marini rocciosi e sabbiosi, fino a quaranta metri di profondità. La pianta è provvista di rizomi ben definiti e presenta il fenomeno di ricambio fogliare, soprattutto nel periodo autunnale. I resti della specie vegetale trasportati a riva dal moto ondoso costruiscono delle spesse formazioni, dette “mattes”, che proteggono le spiagge dall’erosione. Posidonia oceanica può sopportare valori di salinità compresi nell’intervallo che va dal 33‰ al 39‰ ed utilizza il substrato sottomarino per l’ancoraggio e la presa di nutrienti. Le specie che vivono in diverse regioni del mar Mediterraneo presentano solo minime differenze morfologiche e genetiche. Sulle sue foglie vive una cospicua comunità epifitica, che è costituita da cianobatteri, diatomee, macroalghe, idroidi e briozoi. Alcuni paleontologi riescono ad individuare la presenza di antiche praterie di Posidonia negli strati geologici, grazie alla presenza di una particolare specie di foraminiferi, che si trova sulle sue foglie allungate. All’interno delle praterie di questa pianta marina molti invertebrati hanno stabilito la loro dimora principale.

Fra i molluschi ricordiamo la specie Pinna nobilis, a cui si unisce Sabella spallanzani, lo spirografo che filtrando l’acqua costituisce un utile indicatore del grado di torbidità della stessa. Tra le alghe, molte come Udotea petiolata e Peyssionella squamaria  colonizzano i rizomi di posidonia e presentano un adattamento a livelli inferiori di intensità luminosa. Anche i crostacei, con più di 120 specie di Copepodi, Decapodi e Anfipodi fanno parte del complesso habitat marino della Posidonia e non mancano policheti, spugne ed echinodermi. Nelle praterie di questa pianta acquatica molte specie di pesci, come Sarpa salpa ed altri appartenenti al genere Gobius trascorrono il loro stadio giovanile al riparo da insidiosi predatori. La direttiva europea Habitat del 1992 la identifica fra le specie da tutelare in ragione del fondamentale ruolo ecologico che svolge nell’ambiente marino. Le praterie di Posidonia oltre a proteggere le coste dall’erosione come già detto, stabiliscono e consolidano i fondali, contribuiscono alla ossigenazione delle acque e tutelano una variegata comunità vegetale ed animale. Purtroppo, l’impatto antropico indiscriminato ha portato a fenomeni di forte degrado delle stesse praterie di Posidonia. Nel caso in cui si verifichino riduzioni della massa fogliare per unità di superficie. per esempio le comunità di anfipodi ne risentono, perché la struttura delle loro comunità dipende strettamente dalle caratteristiche fisiche del poseidoneto. Oltre all’intervento dell’uomo esiste anche il fenomeno di introduzione di specie non indigene ed invasive, che ha causato un notevole depauperamento della biodiversità delle specie presenti nel Mediterraneo. Citiamo come esempio l’arrivo dell’alga Caulerpa racemosa. La Posidonia oceanica possiede una notevole sensibilità alle perturbazioni e per questo è molto utilizzata come indicatore biologico per determinare la qualità delle acque marine costiere.

Fonti:

  • Analisi della prateria a Posidonia oceanica (Delile) dell’ isola di Lampedusa , Fabio Giardina Pietro De Rubeis (2012).
  • Influence of the structure of Posidonia oceanic meadows modified by bottom trawling on crustacean assemblages: comparison of amphipods and decapods, P. Sanchez-Jerez et al.
  • Studio della commissione europea sulla tutela della Posidonia secondo la direttiva Habitat.

Chiara Scamardella

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