Passeggiando tra gli scogli (parte seconda)…

Come pensavo ci troviamo di fronte al trottoir a vermeti (Fig.1).

I trottoir a vermeti sono una  biocostruzione marina che si eleva dal fondo verso la superficie del mare, modificando in maniera progressiva l’ambiente locale, sia dal punto di vista fisico che ecologico. Questa formazione è edificata dal mollusco gasteropode vermetide Dendropoma (Novastoa) petraeum (Monterosato, 1892) (Fig.2), in associazione con alcune alghe rosse incrostanti, come Neogoniolithon brassica – florida (Harvey) Setchell & Mason, considerata una componente importante dei trottoir a vermeti. Nella formazione è presente anche il Vermetus triquetrus (Bivona Ant., 1832), che sia in forma solitaria che gregaria occupa le porzioni sempre immerse della struttura, perché a differenza dal Dendropoma petraeum, presenta un opercolo vestigiale poco adatto per resistere ai periodi di secca.

Dendropoma petraeum (Monterosato, 1892) è un mollusco gasteropode sessile endemico del Mediterraneo che possiede una robusta conchiglia di forma tubulare a crescita irregolare. E’ una specie gregaria e coloniale adattata a vivere nella fascia intermareale grazie alla presenza di uno spesso opercolo corneo che chiude l’apertura della conchiglia nei periodi di emersione a cui l’animale è sottoposto durante l’alternanza dei cicli di marea. La specie si nutre esclusivamente attraverso la filtrazione per mezzo di ciglia, che con l’ausilio di sostanze mucillaginose intrappolano piccoli organismi contenuti nell’acqua.

Le grandi dimensioni della piattaforma sono importanti perché permettono l’insediamento di  specie anche in luoghi lontani dai loro biotopi originari. Gli organismi che si possono incontrare sulla piattaforma sono molti, ad esempio è spesso presente il mollusco gasteropode Hexaplex trunculus  (Linnaeus, 1758) (Fig.3), in passato utilizzato insieme ad altri muricidi per la realizzazione della tinta color porpora, prodotta dall’essiccazione di una ghiandola contenente un liquido vischioso di colore violaceo, utilizzato per le vesti dei più abbienti (Vedi “I porporati”). Un altro impiego di questo mollusco, invece ricade nel campo del monitoraggio ambientale, poiché l’accumulo di sostanze come il TBT (contenuto in molte vernici antivegetative per le imbarcazioni) nell’animale, determina lo sviluppo secondario di un falso pene all’interno dell’ovidutto femminile, causando fenomeni di sterilità negli individui. (Per saperne di più)

Hexaplex trunculus (Linnaeus, 1758) è un mollusco gasteropode con una robusta conchiglia  di colore bianco–grigio con in genere 3 bande bruno violette. Presenta protuberanze radiali provviste di tubercoli e incrociate con fasce spirali. Spesso questa conchiglia può essere ricoperta da alghe, briozoi, ect. Si trova spesso sui fondali duri dalla zona di marea, fino a profondità. Specie di interesse commerciale.

Oltre all’Hexaplex trunculus è presente sul  trottoir anche  la Stramonita haemastoma  (Linnaeus, 1767) (Fig.4) che si può osservare nelle piccole asperità della biocostruzione. Dobbiamo dire comunque che questi due molluschi gasteropodi non sono accomunati solo per il loro utilizzo nel monitoraggio ambientale e nella tintoria, ma anche perché hanno anche un dieta carnivora, non  disdegnando le carcasse di altri animali. Oh! La Cystoseira amentacea! (Fig.5) Quest’alga è molto interessante. Dovete sapere che la Cystoseira amentacea (C. Agardh) Bory de Saint-Vincent viene data come marcatore esterno del bordo del trottoir a vermeti che è praticamente un rialzo terminale della struttura, costituito dal Dendropoma petraeum. La Cystoseira amentacea è molto importante perché è utilizzata  biondicatrice, ossia la sua presenza/ assenza testimonia un determinato stato di salute dell’ambiente marino. (Per saperne di più)

Cystoseira amentacea (C. Agardh) Bory de Saint-Vincent. La C. amentacea appartiene al Phylum delle Ocrophyta, ovvero le alghe brune. Nel periodo di quiescenza si libera dei ramuli secondari che sono attaccati al Cauloide (Tallo). Il genere Cystoseira è detto quindi perennante, perché con la perdita di rami secondari, riesce a superare i periodi sfavorevoli come quello invernale.

Sul versante interno del bordo esterno del trottoir, è presente un’altra specie che desta il nostro interesse. Si tratta di quella che sembra una masserella gialla, ma dotata di una certa consistenza. Stiamo parlando della Colpomenia sinuosa  ( Mertens ex Roth) Derbès & Solier Sotogawa-cho (Fig.6),  detta anche “alga a palloncino”.

La sua capacità di resistere alle escursioni di marea è determinata dalla sua capacità di trattenere dell’acqua all’interno del “palloncino”, cioè la parte concava che è rivolta sul substrato. Ovviamente non è solo l’alga a palloncino che riesce a resistere all’escursione di marea, ma anche altre alghe con diversi adattamenti sopravvivono ai periodi di secca, come ad esempio “Lo spaghetto di mare”, Nemalion helminthoides (Velley) Batters (Fig.7). Il Nemalion helminthoides  è un alga che appare viscida al tatto, poiché è ricoperta da una sostanza mucillaginosa che ci da proprio la sensazione di toccare uno spaghetto che è stato un po’ troppo nell’acqua. Grazie alla matrice gelatinosa che ricopre i talli, aderenti al substrato tramite un disco basale, l’alga riesce a superare i periodi di secca.

Bene! Sono un po’ stanco! Non vi va di sedervi un poco?!

Continua …

Un ringraziamento va all’amico Antonio Colacino per avermi permesso di utilizzare il suo materiale fotografico.

Link all’articolo originale su AMM

Fonti fotografiche:
Antonio Colacino : Hexaplex trunculus
Tutte le altre foto sono di Paolo Balistreri

Fonti bibliografiche:

Bianchi C.N. & Morri C., 1996 – Ficopomatus ‘Reef’ in the Po River Delta (Northen Adriatic): their constructional Dynamics Biology, and influences on the Brackish- water Biota. Marine Biology, 17 (1-3): 51-66.

Calvo M., Templado J. & Penchaszadeh P.E., 1998 – Reproductive biology of tha Gregarious Mediterranean vermetid gastropod Dendropoma petraeum. J. Journal of the Marine Biological Association of the UK , 78: 525-549.

Chemello R., Dieli T. & Antonioli F., 2000 – Il ruolo dei “reef” a Molluschi vermetidi nella valutazione della biodiversità.“Mare e cambiamenti globali”. Quaderni ICRAM, Roma: 105-118.

Fagerstrom J.A., 1987 – The evolution of reef communities. John Wiley & Sons, New York, 628.

Pandolfo A., Chemello R., Ciuna I., Lo Valvo M. & Riggio S., 1996 – Analisi della distribuzione dei molluschi nella zona di transizione tra mesolitorale ed infralitorale superiore lungo le coste della Sicilia. Biol. Mar. Medit., 3 (1): 78-87.

Riedl R ., 1991– Fauna e Flora del Mediterraneo . Scienze Naturali .Franco Muzzio Editore.

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