ORGANISMI INTERTIDALI: SENTINELLE DEGLI IMPATTI AMBIENTALI

Gli organismi che abitualmente vivono nella fascia intertidale ovvero in quella particolare zona compresa fra il mare e le terre emerse rappresentano un punto di riferimento per gli studi ecologici sulle interazioni e le perturbazioni di questo ambiente così peculiare. Per esempio gli organismi intertidali degli ambienti rocciosi sono quasi tutti di origine marina ma allo stesso tempo si sono adattati a sopravvivere durante i periodi di bassa marea, quando le acque marine si ritirano e lasciano scoperto l’habitat in cui vivono. I fattori abiotici che maggiormente limitano la distribuzione delle specie intertidali sono sicuramente il calore e di conseguenza l’essiccamento, in particolare sono le variazioni di temperatura a causare maggiori difficoltà agli organismi di questa fascia. Le specie intertidali di solito sono ectotermiche ovvero mancano di meccanismi fisiologici in grado di generare calore per riscaldarsi, così la loro temperatura è fortemente influenzata da quella dell’ambiente circostante. Questo aspetto è ancor più determinante per gli organismi di piccole dimensioni che avendo una massa inferiore hanno una minore capacità di trattenere il calore.

Zona intertidale

La Nuova Zelanda è uno stato formato da due isole, si trova nell’oceano Pacifico meridionale e possiede una delle più estese linee di costa esistenti al mondo. Le sue coste sono soggette a vari impatti di natura antropica e la zona intertidale localizzata tra mare e terra ne risente maggiormente a causa della sinergia delle pressioni negative derivate dai due tipi di ecosistemi. I problemi principali a livello ambientale perciò sono dovuti all’inquinamento, al sovra sfruttamento delle risorse ittiche, all’estrazione minerale, al dragaggio, alla presenza di specie invasive come l’alga Undaria, al dilavamento da parte dei fiumi di maggiori quantità di nutrienti e sedimenti, all’alterazione e perdita di habitat, a cui si aggiungono gli effetti deleteri del cambiamento climatico che portano ad un innalzamento del livello del mare, ad un aumento delle temperature dell’aria e delle acque, all’acidificazione degli oceani e alla rottura degli equilibri climatici regionali. La fascia intertidale costituisce un ambiente molto ricco in biodiversità e rappresenta la nicchia ideale per molte specie sessili e che si muovono lentamente. Attraverso la raccolta di dati riguardanti la distribuzione e l’abbondanza di questi organismi e studiando la struttura delle loro comunità e la loro biodiversità si posso fare delle previsioni sui futuri cambiamenti ambientali. Questa ricerca è stata effettuata nel 2013 quando il Centro di Studi marini della Nuova Zelanda ha lanciato l’iniziativa del progetto scientifico estendendola tutti i cittadini della nazione interessati a partecipare.     

Chiara Scamardella.

Fonte articolo:

www.otago.ac.nz/marine…/otago062894.pdf