Mari sempre più a rischio…

pump-jacks-oil-spill-Sono davvero troppe le sostanze nocive e gli indiscriminati interventi antropici che danneggiano gli ecosistemi marini e ne minacciano la sicurezza futura. Le perdite di petrolio vengono definite a ragione dalla stampa come dei veri disastri ambientali che hanno conseguenze negative sugli organismi sopravvissuti al primo impatto. Ad essere colpita da questa forma di inquinamento non è solo la natura ma anche le attività economiche svolte dall’uomo sulla costa. Le caratteristiche principali della contaminazione da “oro nero” sono l’ampia e pressoché illimitata diffusione attraverso l’ambiente acquatico e la gravità dei danni provocati. L’impatto del petrolio sugli organismi avviene sia per via fisica determinandone il soffocamento ed una seria compromissione delle normali funzioni fisiologiche che per via chimica a causa della elevata tossicità che scatena effetti letali a livello cellulare. Inoltre sono da prendere in considerazione anche i danni di tipo ecologico che influenzano profondamente la struttura delle comunità. La durata e gli effetti di questi disastri ambientali dipendono da vari fattori: la quantità e le caratteristiche chimiche del petrolio riversato in acqua, il suo comportamento nell’ambiente marino, le condizioni meteorologiche al momento dell’impatto, la composizione biologica della zona colpita, l’importanza ecologica delle specie interessate e la loro sensibilità all’azione inquinanteoil spill dello stesso petrolio. Un altro aspetto da non sottovalutare è quello legato alla velocità con cui l’idrocarburo viene diluito o dissipato dai processi naturali, in effetti da questo dipende l’estensione geografica dell’area interessata dal danno. Per quanto riguarda gli organismi ogni specie ha una propria sensibilità specifica all’attacco da parte del petrolio ed essendo questo idrocarburo meno denso dell’acqua si concentra in superficie quindi le popolazioni di fondo saranno meno colpite, rispetto a quelle che vivono all’interfaccia con l’atmosfera. La risposta degli ecosistemi agli effetti provocati da questa contaminazione dipende sia dai danni riportati a livello delle singole specie che dal cambiamento delle interazioni tra le varie specie. Si stima che per il recupero delle zone interessate da perdite di petrolio sia necessario attendere fino alla sesta generazione riproduttiva degli organismi sopravvissuti, in termini di anni si può arrivare fino a circa un decennio. Non bisogna dimenticare gli effetti di questi disastri ambientali sulla salute umana delle popolazioni costiere che vanno dai sintomi transitori quali nausea e cefalee a quelli più importanti come disturbi dal sistema nervoso centrale e probabilità maggiori di insorgenza di alcuni tipi di cancro. Nella gestione di queste emergenze ambientali bisogna poi prestare particolare attenzione ai metodi utilizzati per ripulire gli ambienti contaminati dai versamenti di petrolio. Infatti se si impiegano trattamenti di pulizia con agenti troppo aggressivi si rischia di danneggiare ulteriormente l’ecosistema compromettendone la capacità di recupero.

Chiara Scamardella

Fonti articolo:
www.ecologyandsociety.org/…/ES-2013-6406.pdf
www.itopf.com/…/TIP13EffectsofOilPollutiononth..