“L’oro verde” del Mediterraneo

Fra i tanti tesori contenuti nello scrigno del Mediterraneo, uno è molto particolare. Non è il classico tesoro, non ha i colori sfavillanti di una barriera corallina che richiama alla mente le immagini ben note a tutti. Spesso ha un monotono colore verde più o meno brillante, l’organismo che lo costituisce è facilmente confuso con altri e molto spesso i resti spiaggiati sui nostri litorali inducono a considerarli erroneamente “spazzatura”.

Stiamo parlando di un organismo non particolarmente bello, anzi ad alcuni potrebbe incutere ribrezzo e un senso di timore, che ha subito un percorso evolutivo inverso a quello di tutti gli organismi viventi, passando dall’acqua alla terra e poi nuovamente all’acqua.

Si tratta di una pianta!

Proprio così, una pianta acquatica che molto, anzi troppo spesso è stata identificata come un’alga, ma con cui non ha nulla in comune; stiamo parlando di Posidonia oceanica (Linneus) Delile, che rappresenta una specie endemica e quindi esclusiva del Mar Mediterraneo. Questa pianta appartiene alle fanerogame marine, che comprendono tutte quelle piante facenti parte delle Angiosperme che si sono riadattate ad un ambiente sommerso (ipogeo) con condizioni chiaramente differenti da quelle caratterizzanti gli ambienti terrestri.

Fra i tanti meccanismi evolutivi sviluppati da Posidonia oceanica, quelli considerati di maggiore importanza consistono negli adattamenti alla vita in un mezzo salino, nella capacità di crescere completamente sommersa dall’acqua, nell’essersi dotata  di un solido mezzo di ancoraggio e infine nell’evoluzione di un meccanismo di impollinazione idrofilo, cioè che può avvenire in un mezzo acquoso. Essendo piante, come tali, sono costituite da strutture quali radici, fusto (detto rizoma) e foglie, mentre le strutture riproduttive sono costituite da fiori, frutti e semi. Le alghe al contrario sono dotate di un’organizzazione strutturale molto meno complessa. E’ una pianta tipica di substrati molli, in particolare la si trova frequentemente su sedimenti sabbiosi e fangosi dove crea delle folte praterie, ma è possibile trovarla anche su roccia dove si presenta però con dimensioni ridotte; spesso sono limitate nella loro estensione dalla presenza di altri organismi bentonici che competono con loro per lo spazio vitale.

P. oceanica per via della sua unicità in Mediterraneo (specie endemica), delle sue caratteristiche strutturali e delle funzioni ecologiche che ricopre è considerata una specie chiave e rappresenta la cosiddetta specie climax su substrati molli; questo implica che nelle successioni ecologiche, cioè il naturale passaggio da un ambiente dominato da specie pioniere a un ambiente complesso, Posidonia oceanica è l’anello terminale di questa successione. In funzione di tutto ciò si capisce che questa pianta ha delle strategie adattative che comportano dei ritmi di crescita molto lenti e per questo risulta molto sensibile sia ai disturbi chimico – fisici, che ai sempre più intensi disturbi provocati dalle attività esercitate dall’uomo; per queste sue caratteristiche rappresenta la specie più importante del nostro Mar Mediterraneo e ed è possibile definirla il suo “oro verde”.

Mauro Castellini

Foto: web.

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