La storia di Caterina

La spiaggia denominata Caterina, spesso associata erroneamente al territorio di Piano di Sorrento, in realtà appartiene al territorio di Sant’Agnello ma visto che vi si accede quasi solo esclusivamente dalla marina di Cassano parecchi le confondono.
Già quando mio padre era ragazzino c’era un molo che divideva la spiaggia dalla marina di Piano, tanto che alcuni denominano la zona come “derete dè Caterina”, dietro da Caterina, dove il dietro indica proprio dietro il molo dei pescatori. Di fatto sia la marina di Cassano che la spiaggia Caterina condividono la medesima triste storia, le 2 marine erano fra le più belle della penisola ma gli interessi monetari sono stati messi davanti a quelli del mare.
La prima a cominciare a morire pian piano è stata proprio spiaggia Caterina, con una decisione incredibile si stabilì di convertire l’area in un enorme porto dove un consorzio dei due comuni doveva gestire il porto, si cominciò a costruire un enorme scogliera sul lato più a sud della spiaggia , i lavori furono lasciati a metà per questioni legali così il vero porto non si fece mai e la mezza scogliera oggi serve da riparo solo per alcune barche!
Quello che successe alla spiaggia fu devastante, il cambio di flussi di corrente intorbidì incredibilmente le acque portando lentamente alla morte di una delle praterie di Posidonia più antiche, più ricche e più belle della penisola che aveva dei canali fra le matte alti anche un paio di metri… Oggi rimangono solo i relitti di quello che era un fondale dove non solo i cavallucci dominavano, ma anche enormi pesci che oggi sono del tutto spariti. La parte porto dei pescatori è poi rimasta inalterata per decenni fin quando il comune di Piano di Sorrento non realizzò che il porto a Caterina probabilmente non si sarebbe mai più fatto e di fatto trasformò oltre metà della marina in una colata di cemento e rocce!
Guardavo la benna depositare gli scogli e pensavo a tutti quei cavallucci che perdevano la vita schiacciati o in altri modi, ma in nome del progresso e del dio denaro, anche spinti dal fatto che la più nota area marina protetta è per lo più raggiungibile solo in barca si costruì il nuovo porto di Piano, a mio avviso un grandissimo scempio ecologico e paesaggistico!
Ma i guai per Caterina non erano ancora finiti, l’allargamento del vecchio molo di confine ha permesso la costruzione sul lato sant’agnello di uno stabilimento-ristorante- locale notturno, e indovinate dove ho trovato materiale di risulta dei lavori? Inoltre in estate l’inquinamento acustico ha completamente stravolto un angolo altrimenti placido del mare a cui appartengo!
Inoltre per finire il comune di Sant’Agnello ha vinto la causa che gli impedì di costruire insieme a quello di Piano il megaporto in passato progettato, una delle promesse elettorali del nuovo sindaco è stata proprio quella di finire il porto a Sant’Agnello, in un territorio come il nostro in cui ogni paesino ha un porto abbiamo più bisogno di aree balneabili che di un nuovo porto che inesorabilmente implicherà danni al momento non calcolabili…
Nonostante tutto i cavallucci resistono ma non è detto che siano contenti di tutto quello che gli abbiamo fatto succedere intorno!
Scusate se sono stato prolisso, ma quando guardate una foto, per quanto bella sia la storia che c’è dietro è sicuramente interessante, se poi vede contrapporre in maniera dura l’uomo alla natura molto spesso trattasi di una storia triste!

Cavalluccio marino, Hippocampus guttulatus, maschio. Ben visibile l’addome liscio con sacca per l’incubazione delle uova..se notate ci sono anche tre piccolissimi gamberi bianchi, i piccoli crostacei sono le prede preferite degli ippocampi.

Fabio Russo.

Segui anche le altre notizie di Scubabiology su facebook: https://www.facebook.com/Scubabiology.it

[banner network=”altervista” size=”300X250″]