La ritina o vacca di mare di Steller (Hydrodamalis gigas)

La ritina o vacca di mare di Steller (Hydrodamalis gigas) era un mammifero, ora estinto, appartenente all’ordine dei sirenidi. Fu scoperta nel 1741 dal naturalista tedesco Georg Wilhelm Steller nel mar di Bering, tra Siberia e Alaska, e costituì anche l’ultima popolazione vivente di questo mammifero avvistata in natura. E’ probabile che un’altra popolazione sia sopravvissuta fino a tutto il 18° secolo nelle Isole Aleutine. Nel Pliocene e nel Pleistocene, la ritina occupava un’areale  compreso dal Giappone a Baja California, in Messico, un’areale che coincideva con quello della lontra di mare Enhydra lutris.

La popolazione relitta dell’Isola di Bering è stata studiata da Georg Steller, naturalista e medico a bordo della nave Vitus Bering, naufragata sull’isola nel 1741. La mucca mare era una fonte facilmente disponibile di carne e le isole divennero un normale sosta di rifornimento per i cacciatori di pellicce russi fino al 1762-1763. Oggetto di una caccia spietata, la ritina di Steller si è probabilmente estinta dal 1768. Due studiosi, Turvey e Risley (2006) hanno presentato un modello matematico preliminare sulla sua dinamica di estinzione, fornendo la prova che l’iniziale popolazione dell’isola di Bering doveva essere stata superiore ai 1.500 esemplari suggeriti da Stejneger (1887), un altro studioso, per consentire la sopravvivenza della specie fino 1768.

Anderson nel 1995 ha analizzato le interazioni ecologiche tra le ritine, le lontre di mare, i ricci Strongylocentrotus e le alghe, e ha suggerito che la parallela caccia da parte dell’uomo alle lontre marine, che basano la propria dieta sui ricci di mare ha causato uno sconvolgimento a livello trofico in grado di influenzare la ritina. Il minore numero di lontre ha consentito un aumento vertiginoso della popolazione di ricci di mare, che hanno in gran parte eliminato, tramite la propria attività di pascolo, la vegetazione algale a kelp, di cui si nutriva anche la ritina. Questo fattore, agendo in sinergia con la caccia operata dall’uomo, ha portato all’estinzione della ritina. Turvey et al. (2006) hanno tuttavia condotto uno studio dalle cui conclusioni è emerso che la caccia da sola sarebbe stata tuttavia sufficiente a causare l’estinzione della ritina sull’isola di Bering, senza dover invocare eventuali ulteriori pressioni ecologiche.

Nel 2012 la ritina è stata oggetto di una spedizione tra le acque della Groenlandia e dell’Islanda, di alcuni biologi e paleo-zoologi per ritrovare tracce della specie. I materiali soprattutto sonori raccolti durante la spedizione sono stati inclusi nel documentario di Etienne De France “Tales of a sea cow” in cui l’artista ripercorre ogni minimo dettaglio circa l’esistenza della ritina di Steller e ricostruisce il suo mondo, il suo habitat, le rotte utilizzate, i suoi modelli comportamentali, cercando di colmare il vuoto creato dalla scomparsa dell’animale.

Antonio Giacoletti.

Fonte: IUCN 2011. IUCN Red List of Threatened Species.

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