La laguna rischia troppo

bora-bora-lagoon-22313228L’ambiente lagunare presenta come caratteristica intrinseca quella di essere molto fragile. E’ un ambiente di transizione fra la terra ed il mare, dal punto di vista geologico non e’ stabile e questo la rende molto vulnerabile rispetto agli attacchi antropici. Molto dipende dalla localizzazione delle stesse lagune: più esse si trovano vicino alle città maggiormente subiranno gli effetti negativi che ne derivano. Uno studio condotto nel 2012 nelle lagune di Lagos in Nigeria ha potuto determinare un deterioramento delle condizioni fisico-chimiche dell’ecosistema, nella composizione della fauna dei fondali, nella diversità delle specie ittiche e di quelle appartenenti al plancton. L’inquinamento in questa parte dell’Africa deriva da fonti industriali, da quelle urbane che assieme alla distruzione degli alberi e alle emissioni prodotte dall’incenerimento dei rifiuti contribuiscono a peggiorare la situazione. Le conseguenze si manifestano a livello di un aumento della temperatura delle acque superficiali, con un concomitante abbassamento della concentrazione di ossigeno nelle acque associato alla diminuzione della loro trasparenza. Le ripercussioni delle alterazioni chimico-fisiche delle acque della laguna si fanno sentire sulla vita dei pesci che diventa pressoché insostenibile. La situazione è anche poco controllata perché manca un adeguato piano di monitoraggio delle sostanze inquinanti riversate nelle acque. La presenza di altri livelli di azoto e fosforo inoltre aumenta la probabilità del verificarsi di fenomeni come quello dell’eutrofizzazione. Nelle lagune costiere di San Diego poi questo processo che porta ad un aumento indiscriminato della concentrazione algale è stato studiato più a fondo. Inoltre sono stati confrontati i valori delle concentrazioni dei nutrienti organici con quelli di altri ambienti lagunari non soggetti a questo disturbo di origine antropica. Un aspetto importante da considerare nella dinamica della laguna è rappresentato dalle dimensioni del cosiddetto prisma tidale, ovvero quel volume di acqua scambiato durante la marea. Con un ridotto prisma la laguna non riceve apporti continui dai fiumi e se rimane isolata per lunghi periodi il suo ecosistema potrebbe variare fino a far diventare le sue acque iperaline. Infine per quanto riguarda l’inquinamento della laguna di Abidjan, in Costa d’Avorio si è pensato a progettare una stazione di trattamento delle acque per migliorarne la qualità. In particolare dopo aver analizzato la composizione chimica e biochimica delle acque si è scoperto che sarebbe utile trattare le acque degli effluenti della stessa laguna, impedendo così la contaminazione di questa fragile risorsa naturale.

Chiara Scamardella

Fonti articolo:
www.academicpub.org/DownLoadPaper.aspx?…
calcofi.org/…/Vol_16_Bradshaw___Mudie.pdf

www.bioline.org.br/pdf?ja07044