Intervista ad Antonio Colacino

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Antonio Colacino nasce a Napoli il 28 ottobre 1956, appassionato di immersione e di natura sin dall’infanzia. Dopo il diploma di Maturità Scientifica, si iscrive a Scienze Naturali per assecondare la sua passione per la natura, ma dopo avere sostenuto alcuni esami, a 19 anni decide di arruolarsi in Marina Militare iniziando come semplice marinaio con l’intenzione di far parte dei Reparti Subacquei. Consegue i brevetti di Palombaro e Sommozzatore abilitandosi all’uso delle varie apparecchiature: A.R.O., A.R.A., Rebreathers , Camera di decompressione, Direttore di manovra Camera iperbarica e Tecnico Iperbarico. Intanto comincia la sua attività di fotografo subacqueo partendo da una Nikonos III ed un flash a lampadine, dedicandosi sin dall’inizio alla fotgrafia naturalistica. Dall’86 al ’91 è istruttore subacqueo al Comsubin, ma nel 92 rientra nei Reparti operativi. Dal ’96 è Ufficiale di Marina e Comanda un Reparto Subacqueo a La Maddalena. Le sue foto compaiono su varie riviste del settore e su libri di biologia marina. Nell’ottobre 2007 e nel 2009 ha vinto il primo premio, sez. professionisti, nella gara Fotosub “BLUMARE” organizzata dal Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena. Ha scoperto la presenza di Gobius auratus, di Astroides calycularis e di Fistularia commersonii nell’Arcipelago di La Maddalena. Ha al suo attivo più di 5000 immersioni. Collaboratore dei siti www.mondomarino.net e www.colapisci.it , moderatore insieme a Gianni Neto delle sezioni di biologia marina e dei pesci di mare del sito www.naturamediterraneo.com e collaboratore del sito fishbase. Nel 2009 vince il concorso fotografico “Isola di La Maddalena” e la III edizione del concorso fotografico del Parco Nazionale dell’Arcipelago di La Maddalena.

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In primo piano due splendidi esemplari di Anthias anthias.

Di seguito riportiamo la nostra intervista ad Antonio Colacino:

1. Quando è nato il suo amore per il mare?

Risale all’età prescolare, ma più che per il mare si puo’ parlare di amore per la vita che vi è racchiusa.

2. Cosa l’ha spinto ad arruolarsi nella Marina Militare?

Lo spirito di avventura ,la volontà di diventare un subacqueo professionista l’indipendenza dalla famiglia e la volontà di vivere un’esistenza fuori dalle borghesi convenzioni.

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3. Ha mai pensato di frequentare la facoltà di Biologia marina?

In un certo senso si, ero iscritto a Scienze naturali ,ma allora lo sbocco più probabile post laurea sarebbe stato l’insegnamento, attività che detesto.

4. Cosa pensa della fotografia come mezzo di divulgazione scientifica?

La fotografia è un ottimo mezzo di divulgazione scientifica per chi la guarda e per chi la fa. Chi non è rimasto affascinato dalle foto dei pionieri, dalle immagini di Doubilet del National Geographic agli altri grandi fotografi subacquei, specialmente naturalisti. Un tempo il riconoscimento delle specie avveniva di massima per chiavi dicotomiche, oggi con la fotografia a colori e specialmente con l’avvento del digitale c’è stata una vera esplosione di fotografi dilettanti anche subacquei ed il passo dal fare foto e voler sapere cosa abbiamo fotografato è breve..si innesca la ruota della conoscenza!

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In foto il blennide Parablennius gattorugine.

5. Nella Marina Militare sono arruolati anche biologi marini? Se si, che compiti rivestono in prevalenza?

No, non rientra negli scopi di Forza Armata, anche se la vocazione ambientalista è alta e la MM collabora per gli avvistamenti dei cetacei per esempio.

6. Tornando direttamente a lei …cosa l’appassiona del suo lavoro di palombaro?

Il contatto con il mare e le sue creature ed uno stile di vita sano e positivo ed anche la consapevolezza di svolgere un’attività utile per la società anche in tempo di pace, come la bonifica dei fondali dagli ordigni bellici, il monitoraggio ambientale, la collaborazione per la messa in opera e manutenzione del segnalamento marittimo, l’ossigeno terapia iperbarica, solo per accennare ad alcune delle attività specifiche dei Reparti Subacquei della MM.

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7. Da amante del mare, cosa pensa dello stato di salute delle nostre coste?

Le nostre coste risentono negativamente dell’eccessiva antropizzazione del territorio.

8. A coloro che amano il mare, ma non sanno come contribuire alla sua salvaguardia, quali consigli può dare?

Soprattutto vigilare e denunciare gli abusi ed informarsi sulla tutela dell’ambiente.

9. Qual è la sua opinione sulla Comunità Europea come organo di controllo sulla pesca del nostro territorio?

E’ una domanda di cui non conosco la risposta, in campo nazionale le leggi sono severe e molto rigorose, ma riuscire a farle osservare è più difficile in quanto si tratta di instaurare nell’utenza una coscienza ambientale che attualmente manca o è poco diffusa. Inutile legiferare e fare opera di repressione se il pubblico non è culturalmente edotto.

10. Cosa si sente di consigliare ai giovani che amano il mare?

Cosa dire ai giovani? Il mare è vita, è disciplina è difficile da amare, esige rispetto, ti prende la vita, ma…ne vale la pena, per cui seguite la vostra vocazione.

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