Il polpo gigante del Pacifico del Nord

Il polpo gigante del Pacifico del Nord (Enteroctopus dofleini) è un grosso cefalopode del genere Enteroctopus. Vive lungo le coste dell’Oceano Pacifico del Nord, dalla California, all’Alaska, alle Isole Aleutine e al Giappone, a profondità che si aggirano intorno ai 65 metri, ma che possono raggiungere anche i 1500. È ritenuta la più grande tra tutte le specie di polpo, ed insieme ad altri cefalopodi (una classe di molluschi di cui fanno parte i polpi, i calamari e le seppie), è considerato uno dei più intelligenti fra tutti gli invertebrati. Gli adulti pesano intorno ai 15 kg, ma sono stati rinvenuti esemplari vivi dal peso di 71 kg, per una lunghezza di oltre quattro metri. Si vocifera inoltre di esemplari davvero giganteschi, pesanti fino a 272 kg e lunghi circa 9 metri. Ogni tentacolo reca fino a 280 ventose, ciascuna delle quali contiene migliaia di recettori chimici, che conferiscono un acuto senso del tatto e del gusto. Il corpo, chiamato “mantello”, ha una forma sferica e contiene al suo interno tutti gli organi più importanti, generalmente è di colore bruno-rossastro, più scuro nel maschio che nella femmina. La pelle è rugosa, ricoperta da piccole sacche di pigmenti, dette cromatofori, che consentono all’animale di mutare la propria colorazione a seconda dell’ambiente circostante o quando si sente disturbato.

Si tratta di un attivo predatore notturno, dotato di un robusto becco corneo con cui può perforare anche le corazze più dure, e che si nutre prevalentemente di crostacei quali gamberi, granchi ed aragoste, di molluschi e occasionalmente anche di pesci, ma è stato visto catturare anche degli spinaroli (Squalus acanthias) della lunghezza di 90-120 cm. In natura è predato da vari mammiferi marini, quali la foca comune, la lontra marina e il capodoglio, ma è anche oggetto di pesca da parte dell’uomo.

Nonostante le dimensioni, questa specie non ha un ciclo vitale lungo, raggiunge infatti solo i 3-5 anni di vita, rimediando a questo limite con la produzione di un cospicuo numero di uova, fino a 100.000, morendo in seguito alla deposizione. La riproduzione, può verificarsi durante tutto l’anno, con una preferenza nei mesi invernali, e come nella maggior parte dei cefalopodi, avviene attraverso il deposito da parte del maschio di una spermatofora, un pacchetto contenente gli spermatozoi, lunga più di un metro, direttamente all’interno della cavità del mantello della femmina attraverso un tentacolo modificato (noto come hectocotylus). L’incontro tra i due partner è finalizzato al solo accoppiamento e durante tutto il periodo d’incubazione delle uova, che può durare fino ad otto mesi, la femmina rimasta sola si occupa esclusivamente della pulizia e dell’aerazione delle uova tramite un flusso d’acqua dal sifone e non alimentandosi va incontro alla morte.

La specie non è stata tuttora classificata dalla IUCN e, sebbene si disponga ancora di scarse informazioni sulla sua popolazione, non è attualmente ritenuta minacciata. In alcune aree è oggetto di pesca dall’uomo, ma senza un apparente declino della popolazione. Per questo motivo non si conoscono azioni mirate alla sua conservazione, ad ogni modo la specie è naturalmente presente all’interno di numerose riserve marine lungo le coste pacifiche del Nord America.

Antonio Giacoletti.

Foto:
Jeff Rotsman – Biosphoto
Fred Bavendam – Biosphoto

Fonti:
http://www.arkive.org/north-pacific-giant-octopus/enteroctopus-dofleini/
http://www.bbc.co.uk/nature/life/North_Pacific_Giant_Octopus
http://marinebio.org/species.asp?id=60
http://marine.alaskapacific.edu/octopus/

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