Caulerpa racemosa var. cylindracea (J. Agardh 1873) è un’alga verde appartenente alla famiglia delle Caulerpaceae, originaria del Mar Rosso (specie lessepsiana) e largamente diffusa nelle regioni tropicali. A partire dagli anni ‘90 è penetrata attraverso il Canale di Suez in Mediterraneo, dove ha cominciato a diffondersi con una dinamica di espansione a carattere invasivo. Questa specie è in grado di colonizzare tutti i tipi di habitat (fondali sabbiosi, rocciosi e anche le praterie di Posidonia oceanica), dalla superficie fino a oltre 60 m di profondità. Oggi è diffusa in molti tratti dell’area centro-orientale comprese le coste della Sicilia, ma il suo areale di distribuzione appare in forte espansione tanto che recentemente è stata segnalata anche presso le Secche della Meloria (Livorno) e lungo le coste francesi.
Morfologia
Caulerpa racemosa è facilmente riconoscibile; il tallo, ossia il corpo vegetativo dell’alga, è formato da uno stolone strisciante dal quale si dipartono numerosi rizoidi ramificati, simili alle radici delle piante terrestri, che consentono l’ancoraggio al substrato e l’assorbimento delle sostanze nutritive; le “fronde”, chiamate filloidi, presentano dei grappoli di vescicole, a forma di clava, di colore verde brillante. Nonostante l’aspetto, simile a una pianta con tante ramificazioni, l’alga è costituita da una sola grande cellula!
Riproduzione:
C. racemosa è un’alga monoica in grado si riprodursi sia tramite riproduzione sessuata, sia vegetativa. La riproduzione sessuata avviene per anisogamia con alternanza di generazione gametofitica e sporofitica, dove tipicamente prevale la prima. Tale riproduzione non è stata ad oggi osservata in Mediterraneo, probabilmente a causa del fattore temperatura, ancora troppo basso per indurre tale modalità di riproduzione. La moltiplicazione vegetativa può avvenire principalmente per frammentazione, che può essere causata da attività antropiche, moto ondoso e azione dei predatori; e per formazione di propaguli.
Ecologia
C. racemosa è caratterizzata da una dinamica stagionale molto marcata: nel periodo di massima attività vegetativa (estate e autunno) l’alga crea un’intricata rete che spesso ricopre vaste aree; tra dicembre e aprile la crescita rallenta, i talli sono perlopiù isolati, i filloidi si riducono in dimensioni e numero, ma gli stoloni si mantengono aderenti al substrato, spesso ricoperti dal feltro algale. La crescita riprende rapida all’inizio della stagione calda successiva. Il suo potere competitivo nei confronti di altre biocenosi è in relazione a:
– capacità di occupare tridimensionalmente lo spazio, rappresentando uno schermo alla luce per le altre specie algali;
– produzione di metaboliti secondari coinvolti nella competizione interspecifica e nella difesa chimica contro la pressione dagli erbivori. Questi metaboliti secondari fanno si che l’alga non sia oggetto di pascolo da parte delle specie erbivore presenti in Mediterraneo, e si troverebbe quindi priva del suo naturale predatore, il che ne velocizza la diffusione.
Numerosi studiosi, tra cui Piazzi et al (2001) hanno fornito delle prove sperimentali che dimostrano gli effetti deleteri sulla diversità locale causati dalla sua espansione. In generale, le invasioni di specie aliene sono considerate dalla comunità scientifica internazionale una delle principali cause di perdita della biodiversità su scala mondiale (Ministero dell’Ambiente – Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2007). Meinez, nel 2001, ha individuato 4 livelli gerarchici di impatto potenziale sulla biodiversità in funzione di:
1) vigore dell’invasore;
2) capacità competitiva e associativa;
3) velocità di espansione;
4) perennità della sua presenza.
L’invasione da parte di Caulerpa racemosa è una delle più rilevanti nella storia delle specie introdotte in Mediterraneo e corrisponde al quarto livello della scala di Meinez.
Antonio Giacoletti.
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