Delfini: i cetacei dalla vita affascinante

Nonostante vivano in acqua i delfini non sono dei pesci, come molti potrebbero pensare ma appartengono alla classe dei mammiferi, e per respirare usano i polmoni. I cetacei come i delfini e le balene sono gli attuali discendenti di antichi mammiferi terrestri, gli Archeoceti che in un periodo compreso tra 55 e 34 milioni di anni fa ritornarono alla vita marina. Per muoversi più facilmente e velocemente in acqua la forma del loro corpo si modificò divenendo più affusolata, le appendici esterne come le orecchie ed una parte prominente del naso scomparvero e le narici migrarono sulla parte superiore del capo, perdendo la loro funzione olfattiva e andando a costituire lo sfiatatoio utilizzato dai delfini durante l’emersione per respirare e produrre suoni. Gli organi deputati alla riproduzione si sono spostati dalla parte esterna a quella interna del corpo, mentre la coda ha preso la forma della pinna caudale e gli arti anteriori si sono trasformati in agili pinne pettorali utilizzate per il nuoto. Analizzate ai raggi X queste pinne laterali mostrano una configurazione ossea molto simile a quella di un braccio umano e questa evidenza scientifica rappresenta una ulteriore conferma della iniziale origine terrestre di questi organismi marini. Il pelo ha lasciato il posto ad uno spesso strato di grasso che ha funzione termoisolante. I delfini adulti che hanno raggiunto la maturità sessuale iniziano il rituale del corteggiamento che in caso di successo continua con l’accoppiamento. La femmina affronta un lungo periodo di gestazione, che dura circa un anno. Al momento del parto il piccolo inizia a fuoriuscire dal corpo materno a partire dalla coda ed una volta in acqua tende a salire spontaneamente in superficie per respirare. Durante questa delicata fase c’è un altro delfino femmina che controlla il buon esito dello stesso parto. Poco dopo la nascita il delfino viene allattato dalla femmina che lo ha partorito e questa pratica prosegue per alcuni mesi. Con l’avanzare della crescita il piccolo viene spinto dalla madre ad apprendere le principali tecniche per procurarsi il cibo in modo indipendente. Anche se riesce a cibarsi senza l’aiuto della madre il piccolo delfino le rimarrà accanto per lungo tempo; è noto infatti che in questi organismi marini il legame parentale è molto forte. Per localizzare le prede i delfini usano il biosonar: producono dei suoni detti click e ne ascoltano l’eco, in questo modo riescono a rendersi conto della distanza che li separa dalla loro fonte di cibo. La loro alimentazione si basa soprattutto su pesci e molluschi: grazie ai loro denti aguzzi sono in grado di afferrare anche prede scivolose come i calamari. I delfini come tutti i cetacei sono animali sociali: essi formano gruppi di individui che vivono e viaggiano assieme. All’interno di queste comunità vi è una gerarchia ben definita con una suddivisione in sottogruppi: quello delle femmine e dei loro cuccioli, quello dei maschi anziani e quello dei giovani adulti sia maschi che femmine. Purtroppo i cetacei sono una delle specie a rischio di estinzione e per questo sono tutelate in modo specifico. Bisogna considerare che l’adattamento di questi animali all’ambiente marino è talmente radicato che qualsiasi tipo di perturbazione del loro habitat naturale potrebbe minacciarne seriamente la sopravvivenza. In particolare i delfini devono difendersi dalla pesca intensiva sia perché impoverisce i luoghi dove vivono sia per il pericolo di essere catturati. Anche l’inquinamento del mare rappresenta una minaccia importante per questi organismi: i veleni scaricati nelle acque tendono ad accumularsi nel corpo dei delfini attraverso la catena alimentare, provocandone la morte o compromettendone i meccanismi di riproduzione. Per fortuna esistono ancora zone dove i delfini riescono a vivere in pace, perché i pescatori di quei luoghi riconoscono l’importanza del ruolo ecologico che questi animali hanno nell’ecosistema marino.