Cosa si intende con sviluppo sostenibile?

 Quotidianamente ormai sui principali mezzi di comunicazione sentiamo parlare di questo concetto, ma poche volte forse ci siamo soffermati sul suo reale significato e sulla sua genesi. Con “sviluppo sostenibile” si suole identificare un processo finalizzato al raggiungimento di obiettivi di miglioramento ambientale, economico, sociale ed istituzionale, tramite la tutela e la valorizzazione delle risorse naturali.

La definizione oggi uniformemente accettata di sviluppo sostenibile è quella contenuta nel rapporto “Il futuro di tutti noi”, conosciuto come Rapporto Brundtland, elaborato nel 1987 dalla Commissione Mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo e che prende il nome dall’allora premier norvegese Gro Harlem Brundtland, che presiedeva tale commissione. In tale rapporto è definito per la prima volta il concetto di Sviluppo Sostenibile come: <> Il Rapporto Brundtland indica la strada da percorrere per un processo di cambiamento tale per cui lo sfruttamento delle risorse, gli investimenti, lo sviluppo tecnologico e la politica siano resi coerenti con i bisogni futuri, oltre che con gli attuali.

La sostenibilità ruota attorno a quattro componenti fondamentali che sono la Sostenibilità economica, la Sostenibilità sociale,la Sostenibilità ambientale e la Sostenibilità istituzionale. L’area risultante dall’intersezione delle quattro componenti, coincide idealmente con lo sviluppo sostenibile.

Una successiva evoluzione del concetto di sviluppo sostenibile, ha origine nel 1991 all’interno del Rapporto “Interesse per la Terra” elaborato dalla World Conservation Union (IUCN), Programma Ambiente delle Nazioni Unite (UNEP), e dal Fondo Mondiale per la Natura (WWF), che lo identifica come: <<…un miglioramento della qualità della vita, senza eccedere la capacità di carico degli ecosistemi di supporto, dai quali essa dipende…>>. Tale definizione contiene al suo interno la presa di coscienza che esiste una “capacità portante” dei sistemi ecologici, oltrepassata la quale si rischia di compromettere la capacità di ripristino (detta anche resilienza) degli ecosistemi. Con questa definizione si passa quindi dal concetto di “sviluppo sostenibile” a quello di “sostenibilità dello sviluppo”.

Le successive tappe fondamentali a livello internazionale sono state:

– Rio de Janeiro 1992, Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo, che produce la “Carta della Terra” e l'”Agenda 21″, dando vita a un processo di implementazione della sostenibilità.

– Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici (1992) che da vita al “Protocollo di Kyoto”, che verrà sottoscritto nel 1997.

– Johannesburg 2002, Vertice Mondiale sullo Sviluppo Sostenibile che ha proclamato il DESS-Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile per il periodo 2005-2014, affidando all’UNESCO il compito di coordinarne e promuoverne le attività. Il DESS ha come finalità la sensibilizzazione di governi e società civili di tutto il mondo verso la necessità di un futuro più equo ed armonioso, rispettoso del prossimo e delle risorse del pianeta, valorizzando il ruolo che in tale percorso è rivestito dall’educazione. Ulteriore supporto deriverà da campagne informative portate avanti dai media, dalla formazione professionale e dalla promozione di attività per il tempo libero.

Per quanto riguarda il nostro paese il Principio di Sviluppo Sostenibile è stato inserito all’interno dell’articolo 3 del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 Norme in materia ambientale, e ss.mm.ii. operate dal D.lgs 16 gennaio 2008, n. 4 e dal D.lgs 29 giugno 2010, n. 128.

Antonio Giacoletti

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