Batteri e cambiamenti climatici

Il mondo dei microrganismi presenta sempre sorprese da scoprire a comprendere meglio; anche se questi organismi dalle infinite risorse sono invisibili all’occhio umano, rappresentano una delle specie viventi con un ruolo determinante nella salvaguarda dell’ecosistema terrestre. In particolare gli scienziati ne hanno studiato le inattese connessioni con i cambiamenti climatici in atto sul nostro pianeta. L’impatto antropico ha determinato un vero e proprio stravolgimento delle condizioni climatiche degli ambienti naturali portando allo scioglimento dei ghiacciai perenni e allo svilupparsi incontrollato di eventi disastrosi come tifoni e uragani in zone mai interessate da questo tipo di fenomeni atmosferici.

Effetto del cambiamento climatico

La causa principale del verificarsi delle brusche ed intense variazioni a carattere climatico risiede nell’aumento delle temperature a livello globale su tutta la Terra. A sua volta il riscaldamento del pianeta è dovuto ad una maggiore concentrazione di gas derivati dalle attività umane che intrappolano il calore, che invece dovrebbe disperdersi a livelli più elevati e quindi si scatena il cosiddetto “effetto serra”, ben noto ormai da molto tempo. Essendo poi la Terra un sistema chiuso che produce cioè quello di cui ha bisogno al suo interno, dall’aumento di temperatura ne deriva una alterazione dei cicli biogeochimici principali. I microrganismi svolgono un ruolo essenziale proprio nel regolare le attività di questi cicli: ad esempio nel ciclo del carbonio i batteri metanogeni convertono il diossidBacteriumo di carbonio in metano attraverso il processo definito metanogenesi. Alcune specie di batteri fotosintetici sono capaci di ridurre la concentrazione di gas serra e di anidride carbonica presente in atmosfera e possono ridurre gli effetti negativi dei cambiamenti climatici. In un altro caso però i batteri presenti nell’apparato digerente dei “ruminanti” porta ad una produzione di metano che aumenta i livelli di gas serra in misura maggiore rispetto a quanto può fare la CO2. Anche i microrganismi presenti nel suolo sono in grado di degradare la sostanza organica producendo diossido di carbonio. Spostandoci negli oceani si è appurato che i batteri che aggrediscono quelle particelle di detriti carboniosi che stanno sprofondano sul fondo. In questo modo i detriti vengono trasformati in frazioni più digeribili e quindi come conseguenza non tutto il carbonio destinato a depositarsi nei fondali marini raggiunge la sua meta. In effetti questo carbonio disciolto nelle acque influenza sia le reti trofiche degli organismi acquatici che i cambiamenti climatici. Infatti ne viene rilasciata una maggiore quantità in atmosfera così da permettere a questo gas di esercitare il suo “effetto serra”.

Chiara Scamardella

Fonti articolo:

www.microbiologyonline.org.uk/…/factfile_climate_change.pdf

https://www.whoi.edu/cms/…/BacterialConversations_68963.pdf