“AMP”, tre lettere che possono fare la differenza!!

L’acronimo “AMP” indica le Aree Marine Protette, ossia aree territoriali definite a livello internazionale e caratterizzate da particolari vincoli di pregio ambientali e paesaggistici, all’interno delle quali vengono applicate delle normative limitanti e protettive degli habitat, delle specie, dei luoghi e la relativa gestione delle attività consentite. Queste aree vengono istituite sulla base di leggi e decreti del Ministero dell’Ambiente che contengono la denominazione e la delimitazione dell’area. L’istituzione delle aree marine protette nasce dalla necessità di preservare l’ambiente, in particolare la flora, la fauna e la geologia delle aree prese in esame, e regolamentare attività con impatto ambientale rilevante quali l’edilizia, le attività turistiche, commerciali ed industriali che possano arrecare danni agli habitat e agli organismi. Secondo la normativa nazionale, ogni area marina protetta è generalmente suddivisa in tre zone denominate A, B e C indicate in cartografia con tre colori differenti, rispettivamente il rosso, il giallo e l’ azzurro.

  • La Zona A racchiude un’area di riserva integrale ed interdetta a tutte le attività che possano arrecare danno o disturbo all’ambiente marino, all’interno della quale sono consentite solo le attività di ricerca scientifica ed alcune attività di servizio.

  • La Zona B è una riserva generale all’interno della quale sono consentite una serie di attività, regolamentate ed autorizzate dall’organismo di gestione, che possano influire con il minor impatto possibile. Sia la Zona A che la B generalmente non sono molto estese.

  • La Zona C di riserva parziale, di maggiore estensione rispetto alle prime due rappresenta una fascia tampone tra le zone A e B di maggior rilievo naturalistico, e i settori esterni alla riserva dove sono consentite e regolamentate dall’organo di gestione le attività di fruizione ed uso sostenibile del mare.

La gestione di queste aree viene affidata ad enti pubblici, istituzioni scientifiche o associazioni ambientali riconosciute, seguendo un delicato iter legislativo che termina con l’istituzione dell’AMP tramite decreto ministeriale. Le aree marine protette sono istituite ai sensi delle leggi n. 979 del 1982 e n. 394 del 1991 con un Decreto del Ministro dell’ambiente che contiene la denominazione e la delimitazione dell’area, gli obiettivi e la disciplina di tutela a cui è finalizzata la protezione. Queste aree consentono la tutela ambientale, attraverso la protezione della biodiversità animale e vegetale, creando e garantendo aree per il rifugio e la riproduzione di specie minacciate e di interesse commerciale o con la promozione dell’uso sostenibile delle risorse, del monitoraggio, della ricerca, dell’educazione ambientale e delle svariate attività ricreative e turistiche sostenibili, come riportato anche dallo IUCAN (International Union for the Conservation of the Nature).

Matteo Mercurio

Fonti: Ministero dell’Ambiente

[banner network=”altervista” size=”300X250″]