Inquinamento sul pianeta Marte?

Mars cartoonNon è un dubbio legato alla fantascienza bensì a seri studi condotti nel 2015 da brillanti ricercatori come I. L. Ten Kate, M. Allen et al. che si occupano di astrobiologia, quella disciplina che studia le possibili forme viventi sui pianeti e sugli astri. In particolare l’inquinamento cosmico riguarderebbe il pianeta Marte perché particolarmente sensibile al bombardamento di particelle di materia organica, a causa della sua sottile atmosfera. I campionamenti effettuati dalle ultime sonde inviate dalla Terra hanno segnalato la presenza di frammenti di origine esogena. Per comprenderne meglio la natura e i processi a cui sono sottoposti sono stati costruiti dei modelli matematici sulla base dei dati scientifici raccolti. In questa accurata ricerca sono stati considerati i processi di sedimentazione e la differente distribuzione di materiale tra la superficie e gli strati sottostanti di Marte. Infatti negli strati superiori le particelle extra-marziane subiscono l’attacco della radiazione ultravioletta e dei raggi cosmici galattici. Le conclusioni di questo studio hanno condotto a due principali risultati: la scoperta che la maggior parte di questo materiale esogeno è costituita da polimeri organici insolubili e la consapevolezza che si dovranno effettuare ulteriori studi in merito, per colmare la mancanza di altri dati sullamars-topography-16626927 storia dell’evoluzione di questo pianeta. Per circa quarantanni studi sulla ricerca di vita sul pianeta rosso a causa della presenza di tracce molecolari di acqua hanno coinvolto e affascinato schiere di scienziati. Questo pianeta è stato analizzato soprattutto dal punto di vista geochimico con raccolta di campioni rocciosi sottoposti in situ ad analisi spettrofotometriche per determinarne la composizione chimica. La domanda che sorge è questa: possibile che una parte dell’inquinamento prodotto ormai da tempo sul nostro Pianeta possa viaggiare attraverso lo spazio per circa 220 milioni di chilometri e raggiungere Marte? A quanto pare gli studiosi ci stanno pensando e stanno indagando in proposito. La nostra galassia la Via Lattea a cui appartiene il sistema solare non è un sistema chiuso ma lascia liberamente circolare materia ed energia. Dunque questa considerazione può farci riflettere solo in un senso: anche se un domani la specie umana realizzasse la tecnologia necessaria per abbandonare un pianeta ormai sporco e vecchio la vita su un altro pianeta risulterebbe probabilmente a termine. La specie umana che divora e ingloba particelle di vita naturale lo danneggerebbe ancora e forse girerebbe in eterno per l’immensità dell’universo mai sazia della sua brama di consumo …

Chiara Scamardella

Fonti articolo:

www.hou.usra.edu/meetings/…/pdf/7210.pdf

 www.esa.int/esapub/sp/sp1231/sp1231.pdf